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Attualità e Politica

19/04/2018 | 12:01

Scommesse e cessione della rete, Cassazione: “Giudici valutino con attenzione la possibile discriminazione dei bookmaker”

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ROMA - I tribunali hanno l’obbligo di dimostrare in maniera approfondita che la clausola sulla cessione della rete, contenuta nel bando scommesse del 2012, non è discriminatoria nei confronti di un bookmaker. Così la Quarta sezione penale della Corte di Cassazione nella sentenza che ha accolto il ricorso presentato dal titolare di un centro Stanleybet in provincia di Salerno. Il locale del ricorrente era stato sequestrato nel 2013 per la mancanza della licenza di polizia; il ricorso, bocciato dal Tribunale del Riesame, verteva sulla cessione gratuita della rete a fine concessione, clausola contenuta nel bando Monti e giudicata da parte della Corte Ue in contrasto con i principi comunitari.

Ai singoli tribunali, ricorda la Cassazione, spetta dimostrare caso per caso il rischio di “antieconomicità” della clausola, compito che in questo caso non è stato svolto con il rigore previsto: a svolgere le consulenze, tre in tutto, è stato il bookmaker inglese e non il Pubblico ministero. In più, l’ordinanza del Tribunale del Riesame «è gravemente carente» anche sulla valutazione delle consulenze: i giudici salernitani ritengono che i ricavi della società assicurerebbero in ogni caso un margine di profitto, un giudizio che per la Cassazione è però «solo ipotetico», perché «privo di ogni riferimento ai costi».

L’omesso approfondimento del Tribunale «impedisce di comprendere» se la cessione della rete, con tutte le sue implicazioni economiche, «sia stata tenuta in effettiva considerazione». Neanche il fatto che la maggior parte degli operatori abbia accettato la clausola può dimostrare la convenienza dell’attività: «La generale applicabilità della previsione a tutti gli operatori partecipanti alla gara d'appalto non esclude l'effetto di deterrenza alla partecipazione stessa», conclude la Cassazione. L’ordinanza di sequestro è stata dunque annullata con rinvio: il Tribunale di Salerno dovrà esprimersi nuovamente sul caso. LL/Agipro

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