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Attualità e Politica

24/02/2015 | 10:13

Legge di stabilità, i gestori al Tar contro la tassa da 500 milioni: “Violati principi costituzionali e comunitari”

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ROMA - La tassa addizionale da 500 milioni su slot e vlt, prevista dalla legge di stabilità, viola i principi europei e costituzionali di imparzialità, irretroattività, proporzionalità e ragionevolezza. Si preannuncia una battaglia durissima per i gestori degli apparecchi nella prima udienza al Tar in programma il 18 marzo contro il provvedimento del Governo. Nelle motivazioni di ricorso che Agipronews ha appreso in anteprima, i gestori - che chiederanno ai giudici di disapplicare la norma, o di rinviare gli atti alla Corte di Giustizia e alla Corte Costituzionale  - contestano innanzitutto le modifiche sostanziali e unilaterali al contratto che li lega all'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Modifiche, secondo i ricorrenti, in contrasto con le disposizioni di diritto europeo: "Tali principi - spiegano i legali dei gestori - impongono che le parti possano consensualmente rinegoziare i contratti e le convenzioni  a condizione che le modifiche non siano 'sostanziali' e non sia alterato l’equilibrio economico finanziario della concessione". La novità introdotta dalla legge di stabilità "non soltanto si palesa del tutto unilaterale ma si riferisce a rapporti convenzionali e contrattuali consolidati, sia quelli intercorrenti tra ADM ed i concessionari sia tra questi ultimi e gli altri “operatori di filiera". L'iter corretto per una simile modifica richiederebbe una nuova procedura di aggiudicazione che chiarisca in modo inequivocabile la variazione del rapporto di concessione, a garanzia dell'imparzialità.

Nel mirino dei gestori finisce anche la retroattività prevista per la tassa da 500 milioni. "Gli atti e i provvedimenti - spiega Cino Benelli, esperto di normativa del gaming e difensore dei ricorrenti – non sono giustificati da motivi imperativi di interesse generale ed incidono su un granitico assetto normativo, convenzionale e negoziale di durata e sulla persistenza del quale, fino al momento della scadenza delle attuali concessioni gli 'operatori di filiera' hanno confidato in totale ed assoluta buona fede". Nel ricorso dei gestori viene ricordato come la Corte Costituzionale abbia individuato i limiti dell'efficacia retroattiva nei principi di ragionevolezza che impongono il divieto di introdurre ingiustificate disparità di trattamento. "La norma retroattiva non può tradire l’affidamento del privato, specie se maturato con il consolidamento di situazioni sostanziali". Nemmeno il contenimento della spesa pubblica potrebbe giustificare un cambiamento così repentino e profondo: "La Consulta - ricordano i legali dei gestori - ha escluso di poter rintracciare in semplici esigenze di risparmio della spesa pubblica (che, altrimenti, risulterebbero capaci di legittimare qualunque disposizione ablativa di diritti soggettivi perfetti) quelle ragioni straordinarie tali da giustificare l’esercizio della potestà legislativa".  (continua)  LL/Agipro

 

Legge di stabilità, i gestori al Tar contro la tassa da 500 milioni: “Violati principi costituzionali e comunitari” (2)

 

 

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