Ippica & equitazione
08/12/2023 | 08:50
08/12/2023 | 08:50
ROMA - L’Ippodromo Snai La Maura, nel pomeriggio di giovedì 7 dicembre festa di Sant’Ambrogio patrono di Milano, ha ospitato come sempre l’edizione della Coppa di Milano – Memorial Alessandro Ferrario – giornalista e fondatore del sito ippico vendopuledri.it scomparso nel luglio 2019 a soli 52 anni a causa di un forte urto con una puledra durante delle riprese televisive in un allevamento di Boara Pisani, nel Padovano. E sempre per la Coppa di Milano da quest’anno si è aggiunto anche il Trofeo sponsorizzato dalle Tenute Selvolini di Volpaia, frazione del comune di Radda in Chianti, in provincia di Siena, in cui la famiglia Selvolini è radicata da oltre trecento anni sul territorio e rappresenta una delle migliori cantine produttrici di vino.
Nella finale della prova di gruppo III per cavalli esteri di 4 anni ed oltre ed indigeni di 5 anni ed oltre impegnati sulla distanza di 1650 metri, preceduta dalle due batterie eliminatorie, alla fin fine a festeggiare sono stati Caronte Trebì con Pietro Gubellini in sediolo che hanno scalzato i diretti avversari dopo una bella ed avvincente corsa.
Lo scorso anno a vincere fu con Bepi Bi con Alessandro Gocciadoro e sembrava destinato alla conferma grazie a Beads: un soggetto di caratura internazionale, a segno lo scorso anno nel prestigioso Prix du Luxembourg quando era agli ordini di Jean-Michel Bazire e naturalmente atteso con grande curiosità in versione ‘Noceto’ anche alla luce di una squillante prova pubblica sulla pista che lo aveva visto trottare in scioltezza in 1.09. Le corse, però, sono un’altra cosa e l’importato in finale ha giocato un brutto scherzo anche ad un driver esperto come il top driver emiliano: una sbandata sulla prima curva costava metri al figlio di Archangel e lo costringeva a spendere più del dovuto per portarsi ai lati di Vincerò Gar, che con un gran lancio dal 7 si era subito impossessato del comando delle operazioni. Beads lavorava ai fianchi il battistrada ma sull’ultima curva dava segnali di stanchezza e poi finiva con lo sbagliare, e così in retta poteva ‘consumarsi’ il capolavoro tattico del team di Bareggio di Fausto Barelli e Pietro Gubellini. Vincerò Gar e Caronte Trebì non si sono certo fatti pregare per sfruttare a dovere la posizione in prima fila e la velocità iniziale di cui sono entrambi dotati per assumere il controllo delle operazioni: Vincer (con Andrea Fafolfi in sediolo) si è accollato l’onere di reggere gli assalti del favorito, Caronte Trebi’ con Pietro Gubellini invece ha agito da opportunista e alla fine questa si è rivelata la tattica vincente, anche se il risultato è rimasto in bilico fino in zona traguardo perché il portacolori della Infinity Castadiva, una volta raggiunto dal compagno di box, ha reagito e venduto cara la pelle. Onore al merito al vincitore, che schema a parte ha comunque mostrato una cattiveria agonistica che spesso gli ha fatto difetto, ma più in generale a tutto il team. Terzo posto per Very Joy, che ha sfruttato una serie di varchi interni per precedere sul traguardo l’outsider Bessie di Poggio.
I risultati delle batterie della Coppa di Milano erano stati diametralmente opposti. A sorpresa la prima, con l’errore al via di Verdon Wf che lasciava la possibilità a Brest dei Greppi di guadagnare il comando e imporre ritmo tutt’altro che proibitivo: ma l’allievo di Caramia in retta si ‘afflosciava’ totalmente e ne approfittava l’appostato Benjamin che in retta passava con disinvoltura a media di 1.13.7 con Mario Minopoli jr in sulky, trascinandosi Bessie di Poggio mentre Becoming chiudeva terzo lasciando a Brest dei Greppi il ‘contentino’ del quarto posto, valido per l’ultimo accesso alla finale. Tutto secondo previsione, invece, nella seconda batteria, dove Beads non aveva difficoltà ad onorare il ruolo di netto favorito una volta ottenuto il via libera da Caronte Trebì: lo svedese si limitava a controllare in retta, risparmiando energie per la finale e chiudendo a media di 1.12.7, mentre l’appostato Caronte non trovava spazio e doveva cedere il secondo posto allo speed di Vincero’ Gar, che aveva sfruttato nella risalita la scia di Very Joy, quest’ultimo quarto e ultimo classificato per la finale.
L’altro grande protagonista della giornata era Mauro Baroncini, che calava un tris da allenatore. Dava il via alla suite l’ottima Funny Girl nel Premio Vernissage Grif: la portacolori della scuderia Althea, affidata come nelle precedenti occasioni ad Andrea Farolfi, conteneva al via Fakir Roc, gestiva tranquillamente il ritmo approfittando del fatto che Fakir Roc e Frankie Bar si “marcavano” a vicenda lungo il percorso, quindi allungava sicura nei 400 finali. Vittoria (la terza nelle ultime quattro uscite) molto “easy”, a media di 1.16.4. Chiudeva secondo Frankie Bar che in retta superava Fakir Roc, poi battuto anche per il terzo posto da Filly Mail: al via aveva sbagliato Final Word Bi.
Gli altri successi del trainer di Divignano arrivavano con Marco Stefani nel ruolo di esecutore. Quella prodotta da Downtown As nel Premio Tamuré Roc è stata probabilmente la migliore prestazione della carriera: il figlio di Crazed provava a sfondare ma subiva l’anticipo di Dama di Prussia e restava all’esterno, non vedeva mai la corda e doveva impegnarsi al largo del favorito Daitan Sonic (che aveva sfondato dopo 650 metri), ma nonostante il percorso durissimo passava al termine della curva finale e addirittura allungava in retta per svettare a media di 1.12.7. Demetra Amg e Delta Wise As seguivano le mosse del vincitore e terminavano alle piazze: il deludente Daitan Sonic cedeva in retta, e anche l’altra attesa Dama di Prussia non era incisiva.
Non era da meno la prestazione di Enoch nel Premio Showmar: il portacolori della scuderia Bindi vinceva il match annunciato con Equipe della Casa, nonostante una spesa notevole per conquistare il comando, riuscendo a opporsi alle “bordate” sparate dal rivale di Barelli nel mezzo giro finale, tenendo duro sino in fondo per chiudere a media di 1.12.2. Equipe della Casa forniva un’altra prestazione di spessore (demolendo il precedente primato sulla distanza) ma si imbatteva in un rivale in stato di grazia, mentre Emah Roc dopo il parziale iniziale perdeva contatto dai primi due nei 400 finali restando comunque terzo a qualche lunghezza.
Al betting come in pista, il Premio Owens Club era a senso unico, con Figaro Grif (ottimo in sgambatura) ad accentrare prima le attenzioni degli scommettitori e poi autore di un monologo in pista: 1.21 il primo giro e 1.14 e spiccioli il secondo, media finale di 1.17 sui 2250 metri, il tutto in totale scioltezza. Un prospetto da seguire in contesti migliori, questo allievo di Alessandro Gocciadoro che già al debutto romano aveva destato buone sensazioni inseguendo bene dopo errore. Favola Bar sfruttava la scia del battistrada per emergere netta al secondo posto davanti a Fortedeimarmi Dr, avanzato per varchi: chi si avventurava al largo (Falkon e Filos di Poggio) pagava pegno.
RED/Agipro
Foto credits Dena - Snaitech
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