Piazza di Siena
12/05/2025 | 12:35
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ROMA - Quando a Roma arriva il tempo di Piazza di Siena, non è mai solo un grande Concorso ippico. È un incontro con la bellezza, l'arte, la natura, una promessa rinnovata tra lo sport e la sua anima più profonda. Così il Concorso ippico internazionale ufficiale di Roma - Master d’Inzeo giunge alla sua edizione numero 92, accompagnato da chi, ogni anno, si ritrova nel cuore di Villa Borghese per vivere un evento (gratuito) unico al mondo. Dal 21 al 25 maggio 2025 dunque, Piazza di Siena sarà ancora una volta molto più di un concorso ippico: Spettacolo, arte, cultura, cavalieri, amazzoni, cavalli, nel mezzo di un viaggio nel tempo e nella natura, si fonderanno per un'esperienza che non ha eguali.
E, ancora, sarà una celebrazione dell’eccellenza sportiva e del legame profondo tra Roma e i suoi luoghi più simbolici, tra la storia e il futuro, tra gli sport equestri e la sua straordinaria capacità di farsi cultura.
Piazza di Siena è tutto questo. È un colpo d’occhio che toglie il fiato, un luogo che non ha eguali per bellezza e sostenibilità nel quale i migliori cavalieri e le migliori amazzoni del mondo si danno appuntamento per scrivere un’altra pagina di storia dello sport e degli sport equestri.
La prima giornata, il 21 maggio, sarà dedicata alla musica, con il tradizionale concerto d'apertura e farà da ouverture alle quattro attesissime giornate di gara, alle quali il pubblico potrà assistere gratuitamente, così come da tradizione nelle ultime edizioni del Concorso.
Il programma sportivo sarà come sempre di altissimo livello e si svilupperà tra la storica Piazza con l’Ovale green più ammirato al mondo e l’impianto del Galoppatoio, riqualificato e reinterpretato non solo dal punto di vista sportivo grazie al progetto di FISE e Sport e Salute.
Nel gioco dell'estrema sintesi, Piazza di Siena si può racchiudere i due aggettivi: inestimabile e inimitabile. Il Concorso Ippico non è soltanto un evento sportivo di eccellenza, è molto di più. È un modello virtuoso e simbiotico, in cui l’evento e il luogo che lo accoglie – la splendida Villa Borghese – si sostengono e si valorizzano reciprocamente.
L'OVALE, UNA PALESTRA A CIELO APERTO PER LA CITTÀ CHE OSPITA 5 GIORNI DI SPORT EQUESTRI
Questa relazione si traduce in gesti concreti, come l’impegno di Sport e Salute nella cura costante e annuale del verde orizzontale, nella manutenzione delle architetture storiche e nella tutela complessiva del paesaggio adiacente l'Ovale. Ma soprattutto si manifesta attraverso il percorso intrapreso dalla stessa Sport e Salute con FISE dal 2018: un progetto che va oltre lo sport e si estende all’arte, alla cultura, alla tutela della biodiversità, fino alla consapevolezza sociale, ambientale e climatica. Un insieme armonico di azioni tangibili e simboliche, pensate per esprimere – e amplificare – il potenziale trasformativo e comunicativo dei grandi eventi. Perché Piazza di Siena non è solo un luogo dove si gareggia. È un luogo dove si lascia un segno.
È il caso dell’ampliamento dell'Ovale, cuore pulsante del Concorso. Riportato alla sua origine più pura nel 2018 con il ritorno al manto erboso al posto della sabbia silicea, è stato esteso con quattromila metri quadrati di prato: un gesto che va oltre la bioarchitettura, divenuto simbolo e dichiarazione d’intenti per quella che, tutto l'anno, è palestra a cielo aperto per cittadini e turisti e campo giochi per i giovanissimi.
LA CURA DI QUEI PLATANI, L' ALTA BOTANICA E QUELLE 'SENTINELLE' DELL'ETERNITA' DI ROMA
Nel segno di un impegno che si rinnova, l’edizione 2025 del Concorso abbraccia ancora una volta la tutela della biodiversità e del verde urbano, elemento distintivo della Capitale. Roma, città senza eguali per il suo patrimonio storico, paesaggistico e architettonico, è anche una metropoli immersa nella natura, con un territorio comunale coperto per il 67% da aree verdi – ben 85mila ettari su 129mila complessivi.
In quest’ottica, è stata avviata ormai da anni, oltre alla cura del verde 'orizzontale', un’azione di 'alta botanica' mirata di conservazione e valorizzazione – oltre alla realizzazione di un 'perimetro di sensibilizzazione' sulla storia e il valore delle piante secolari - della Valle dei Platani, dove dimorano gli undici alberi seicenteschi, definiti da molti ‘Sentinelle dell’Eternità di Roma’.
IMMAGINA: LE MERAVIGLIE DEL PASSATO PER DISEGNARE IL FUTURO
Immagina. In una sola parola, è custodita la prima scintilla del Concorso di Piazza di Siena. È immaginando le atmosfere della Villa Borghese del passato, della nascita di Piazza di Siena che coloro che hanno reinventato il Concorso hanno trovato ispirazione. In un’epoca dominata dalla velocità, dalla tecnologia e da una crescente omologazione estetica, l’immaginazione si rivela una delle ultime risorse autenticamente umane per recuperare un legame profondo con il passato.
Non si tratta di nostalgia ma della volontà di attingere a un’eredità culturale e sensoriale per ridare forma al presente con grazia, profondità e bellezza. Usare l’immaginazione per ricreare ambienti che richiamino le meraviglie del passato significa restituire dignità alla memoria, trasformandola in spazio abitabile. Ma la vera sfida dell’immaginazione non è solo quella di ricreare l’antico: è quella di restituirne il senso.
Le bellezze del passato non erano solo frutto di tecnica o stile: nascevano da una visione del mondo. La stessa visione che ha guidato gli ideatori del Green Project di Piazza di Siena, dall'architettura generale dell'evento, all'esaltazione della luce naturale e del patrimonio naturistico. Dietro un colonnato romano o una fontana seicentesca, c’è un’idea dell’uomo, del tempo, dell’eternità. Usare l’immaginazione oggi per farle rivivere significa anche interrogarsi su cosa di quella visione vogliamo riportare nel nostro tempo. È un atto di scelta e di responsabilità. In questo senso, l’immaginazione non è fuga, ma un ritorno al futuro e alla progettualità. Non al passato in quanto tale, ma a ciò che il passato custodisce — come un archivio vivo — di armonia, misura e bellezza. Ricreare ambienti che somiglino a quel mondo non è un esercizio sterile, ma un modo per dire che il futuro può ancora essere pensato con grazia e bellezza.
IMMAGINANDO LA PIAZZA DI SIENA DEGLI ANNI '20: LO STILE E LA TRADIZIONE
Immagina. È immaginando la Piazza di Siena di un secolo fa che nel 2018 ha preso vita un progetto green condiviso tra Sport e Salute e FISE - in totale armonia progettuale con Roma Capitale - vissuto tra sport, arte, cultura, importanti restauri, bioarchitettura, cura e recupero del secolare patrimonio botanico.
Immaginare per essere concreti e realizzare nel nome di uno stile indiscutibile: così il Concorso è divenuto un vero e proprio viaggio nel tempo, con le antiche tribune tornate ad essere (gratuitamente) protagoniste di un grande evento sportivo – la Wimbledon degli sport equestri, è stato definito il Concorso sulla stampa internazionale – e contemporaneamente oggetto di cura e restauro.
LA 'FONTANA DEI PUPAZZI', QUEL SIMBOLO DI VILLA BORGHESE RESTAURATO E RESTITUITO ALL'ANTICA BELLEZZA
Immagina. E l'immaginazione di chi si adopera quotidianamente della custodia, del recupero e della protezione del nostro patrimonio artistico è l'immaginazione di chi vive la sfida quotidiana attraverso un mantra inevitabile: ‘restituire all'antica bellezza’.
Così si è creata la naturale armonia e la sinergia tra gli organizzatori del Concorso di Piazza di Siena - FISE e Sport e Salute - e Roma Capitale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali. L'immaginazione al servizio dell'intelligenza 'naturale' per l'edizione 2025 ha portato a un'altra importante opera di recupero finanziata con i proventi del Concorso: il Restauro della Fontana dei Pupazzi, uno dei simboli più iconici dell'area di Piazza di Siena che custodisce diversi significati.
Posta alle spalle dell'antica tribuna, è collocata in una posizione prospettica verso l'Ovale in manto erboso, quasi a simboleggiare non solo l'eternità di Roma e di Villa Borghese, ma anche una proiezione dal passato verso il futuro, a testimonianza di quel processo di immaginazione alla base di ogni progetto e di ogni opera di restauro: immaginare com'era e riportarla all'antica bellezza e grazia.
Nel caso della Fontana dei Pupazzi - oggetto di furto del pilo centrale aggiunto e successivamente, nel dicembre 1983, quello della tazza marmorea e del gruppo dei ‘Pupazzi’, composto da un vaso con addossati due putti e delfini – l'opera di restauro, che sarà presentata durante la quattro giorni del Concorso, la restituisce alla sua immagine migliore e più simbolica, testimoniata nei disegni d'epoca e nelle foto del secolo scorso.
RED/Agipro
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