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Ultimo aggiornamento il 29/10/2025 alle ore 18:30

Scommesse

29/10/2025 | 16:25

Match-fixing, operazione "Penalty": rigori ed espulsioni inesistenti per influenzare l'esito di partite di calcio

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Match fixing operazione Penalty: rigori ed espulsioni inesistenti per influenzare l'esito di partite di calcio

ROMA - Rigori inesistenti per aumentare il numero di reti in una partita ed espulsioni anomale. Così, secondo quanto dichiarato in conferenza stampa dal procuratore capo di Reggio Calabria Giuseppe Borrelli, l'organizzazione con a capo l'arbitro reggino Luigi Catanoso avrebbe alterato l'esito di alcuni incontri di calcio per favorire l'esito di alcune scommesse mirate, giocate soprattutto sull'"Over" del numero complessivo di gol.

Come riporta l'agenzia Agi, l'indagine sull'operazione "Penalty" della Procura di Reggio Calabria è stata avviata da una segnalazione dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli su un incontro, di gennaio 2024, tra le squadre Primavera di Benevento e Cesena. Intorno al match si era sviluppato un flusso anomalo di scommesse, effettuate nei Comuni di Melito Porto Salvo, Condofuri e Palizzi Marina, in provincia di Reggio Calabria, con vincite per 41mila euro. Il match era arbitrato proprio da Catanoso. Oltre a lui sono stati sottoposti ad arresti domiciliari altri quattro indagati, fra cui Giampiero e Tommaso Reale, padre e figlio, titolari di un'agenzia di scommesse di Sesto Fiorentino (FI), indicati come i finanziatori del giro scommesse illegali. A piede libero altri due indagati. L'intero gruppo è accusato di associazione per delinquere finalizzata alle frodi sportive.

"Posso affermare - ha sottolineato Borrelli - che i calciatori non sapevano nulla del retroscena, ed erano solo gli arbitri ad esserne coinvolti". Gli incontri di calcio esaminati dagli inquirenti, oltre Benevento-Cesena primavera, riguardano Hellas Verona-Cagliari, under 19; Sassuolo - Verona, Under 19 ed Empoli-Lazio Primavera". 

Dopo essere stato sospeso dagli organi di giustizia sportiva, Catanoso aveva proseguito la sua attività di match-fixing corrompendo altri arbitri per influenzare i risultati delle partite. I compensi potevano arrivare fino a 10mila euro a incontro. Gli accertamenti bancari e sui conti gioco utilizzati dal gruppo, infine, hanno permesso di scoprire l'utilizzo da parte degli indagati di operatori di scommesse esteri, non autorizzati a operare nell'Unione Europea, all'evidente scopo di non destare sospetti sui flussi di denaro.

DVA/Agipro

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