Attualità e Politica
07/07/2017 | 12:59
07/07/2017 | 12:59
ROMA - È il primo passo verso una dimensione europea delle partite di poker, una sorta di “trattato di Schengen” nel mondo dei giochi. L’accordo sulla liquidità condivisa firmato ieri a Roma dalle autorità del gioco online di Francia, Portogallo, Spagna e Italia, apre un nuovo capitolo nella storia del gambling: la creazione di una piattaforma tecnologica internazionale permetterà ai “player” dei quattro Paesi - attualmente obbligati a giocare solo con avversari “nazionali” - di sfidarsi nelle diverse varianti del poker, dai tornei al cash game.
PIU’ APPEAL, PIU’ MONTEPREMI, PIU’ BENEFICI - Una novità accolta con entusiasmo dai grandi gruppi internazionali del gioco, che da tempo aspettavano il via ufficiale alla “rivoluzione” per vivacizzare il mercato e togliere spazio ai canali illegali. I vantaggi della liquidità condivisa sarebbero legati al maggior appeal di cui può beneficiare il poker online, settore attualmente in calo dopo il boom di qualche anno fa. La possibilità di sfidare avversari completamente “nuovi” favorirebbe l’afflusso ai tavoli, vivacizzando il gioco, aumentando sia i montepremi che le entrate degli operatori. «L’accordo sulla liquidità condivisa permetterà ai players di arricchire la loro esperienza di gioco - ha spiegato Shimon Akad, direttore operativo di Playtech, parlando a Gambling Compliance - Per il gioco in Europa è un passo avanti estremamente significativo. Quando in ballo ci sono grandi gruppi, in genere se ne uniscono altri. Sono sicuro che questo sarà solo l’inizio di un cammino che porterà a un network europeo su larga scala». Netta anche la posizione della Remote Gambling Association, secondo la quale l’accordo «sarà vantaggioso sia per gli operatori, sia per clienti». «La firma è una buona notizia, e se altri paesi come il Regno Unito si uniranno, sarà ancora meglio», ha aggiunto Clive Hawkswood, CEO della RGA. Marco Trucco, Associate Director Media and Marketing Development di Pokerstars, auspica invece un avvio “sincronizzato” dell’offerta: «È essenziale - ha detto ad Agipronews - che i quattro mercati partano insieme, altrimenti ci sarà un effetto negativo sugli utenti, quasi di delusione». La piattaforma europea potrebbe essere infine il primo passo verso il mercato italiano di importanti operatori esteri, in attesa dell’imminente bando di gara per il gioco online.
I PUNTI CRITICI - Sul piano nazionale, si sono levate voci contrarie all'accordo. Oltre agli inevitabili ostacoli tecnici a cui operatori e regolatori di gioco dovranno far fronte, le maggiori perplessità riguardano gli effetti concreti della liquidità condivisa. La crescita del mercato, dicono ad Agipronews gli esperti delle poker room nazionali, se realizzata sarebbe di breve durata, perché con il passare dei mesi si creerebbe uno squilibrio tra giocatori molto esperti e semplici amatori, che potrebbero abbandonare - come già è avvenuto in Italia negli ultimi anni - il gioco vista la scarsa competitività rispetto ai players più esperti. Questi ultimi sarebbero gli unici beneficiari dei tavoli condivisi, a fronte di uno scarso interesse da parte dei giocatori amatoriali, i portatori di liquidità. Una possibilità offerta dalle normative di Francia e Spagna, che permettono di offrire gioco anche a clienti di altre nazioni, a differenza di quella italiana (che andrà eventualmente aggiornata). L’accesso ai tavoli di giocatori che non fanno parte dei paesi firmatari creerebbe un ulteriore squilibrio e danni al mercato, già in crisi. Una possibilità offerta dalle normative di Francia e Spagna, che permettono di offrire gioco anche a clienti di altre nazioni, a differenza di quella italiana (che andrà eventualmente aggiornata). Secondo la parte di industria che mantiene una posizione critica verso la liquidità condivisa, l’apertura - che comporta il rischio di perdita di controllo sulle frodi nei confronti dei giocatori - favorirebbe i grandi gruppi internazionali, quelli con un bacino di clienti molto ampio, a discapito degli operatori presenti sul mercato italiano e che gestiscono un business essenzialmente nazionale. Tutto da verificare poi l'impatto sulle entrate erariali, che potrebbero subire una contrazione, poiché, in aggiunta all’accelerazione del calo del mercato, parte delle imposte saranno dirottate verso i Paesi aderenti all’accordo.
LL/Agipro
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