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Attualità e Politica

21/01/2015 | 09:57

Scommesse, il caso-Puglia: legge regionale e agenzie non autorizzate, rete concessionari al collasso

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ROMA - Due agenzie non autorizzate per ogni punto scommesse regolare: nel 2014, in Puglia, i bookmaker senza autorizzazione sono praticamente raddoppiati, passando dai 924 del 2013 a 1.500 nell'ultimo anno (un migliaio censiti dalle forze dell'ordine e dai concessionari, circa 500 stimati negli ultimi sei mesi), contro poco meno di 800 sale regolari che impiegano in totale circa 3-4.000 dipendenti. Un vero e proprio boom scoppiato con l'approvazione della legge regionale, alla fine del 2013, che prevedeva, per i soli punti scommesse autorizzati, l’adozione del distanziometro. Una norma che - avevano denunciato le associazioni dei gestori - avrebbe limitato fortemente l'attività degli esercizi autorizzati dallo Stato e avrebbe favorito il proliferare della rete parallela dei bookmaker senza autorizzazione i quali, non riconoscendo le leggi italiane, non si sentono soggetti alla misura del distanziometro. La situazione attuale - secondo quanto apprende Agipronews - per i gestori degli esercizi legali è paradossale, soprattutto nei piccoli Comuni, dove le distanze sono naturalmente ristrette, in cui i punti vendita regolarmente autorizzati non possono aprire - a causa del distanziometro che stabilisce in 500 metri il limite dai luoghi sensibili (scuole, chiese, ospedali) - mentre i centri trasmissione dati proliferano indisturbati. (segue)

Scommesse, il caso-Puglia: legge regionale e agenzie non autorizzate, rete concessionari al collasso (2)

ROMA - E la sanatoria per i punti non autorizzati, prevista dalla legge di stabilità, secondo gli esercenti pugliesi, creerà ulteriore confusione: il provvedimento viene interpretato come un aiuto di Stato ai grossi concessionari, perché obbliga di fatto il titolare del punto scommesse senza autorizzazione a collegarsi a un concessionario già esistente. Inoltre, considerando che il 60% dei Ctd sul territorio ha aperto da poco meno di due anni, a conti fatti basterebbero 15-16 mila euro (10 mila per aderire alla sanatoria e 5-6 mila di imposte arretrate) per acquisire il diritto gestire un punto scommesse per due anni, a un prezzo "molto scontato" rispetto a quanto prevedeva il bando Monti. Nonostante questo, non più del 5% dei Ctd presenti in Puglia avrebbe intenzione di aderire alla sanatoria: dunque solo una piccola parte sarà regolarizzata, mentre il restante 95% continuerà a operare senza sottostare alle norme previste dalla legge regionale, come il distanziometro e il divieto di ingresso dei minori nelle sale. Di contro, la rete legale, nell'ultimo anno, ha registrato una flessione della raccolta del 40-50% (con punte anche del 70% in alcuni punti scommesse): considerate le norme stringenti e l'aumento dei costi di gestione che ne derivano, tantissimi gestori sono sul punto di chiudere bottega mettendo a rischio 3-4.000 posti di lavoro.
MSC/Agipro

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