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Attualità e Politica

24/03/2017 | 16:03

Caso Liguria, Cavo (Ascom Confcommercio Genova): «Siamo al fianco di Toti, la proroga salva 3000 posti di lavoro»

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ROMA - «Sulla proroga della legge regionale che disciplina il gioco la nostra posizione è chiara: siamo al fianco del governatore Toti. L'applicazione della normativa così com'è creerebbe gravi disagi sociali. Ci sono in ballo tremila posti di lavoro e la questione non si risolve certo con un approccio ideologico o puramente etico».

Netta la presa di posizione di Alessandro Cavo, vicepresidente di Ascom Confcommercio Genova, nel dibattito che in Liguria ha fatto seguito all'annunciata volontà della giunta Toti di prorogare di un anno gli effetti della legge regionale. I termini del problema sono noti: in mancanza della proroga, il prossimo 2 maggio tutte le autorizzazioni relative a locali ubicati a meno di 300 metri da una serie di luoghi sensibili (scuole, chiese, centri giovanili, ecc.) saranno cessate. Il che, in sostanza, taglia quasi completamente l'offerta di gioco sul territorio regionale, con inevitabili ricadute sul piano occupazionale. Esiste però anche l'altra faccia del problema: una mancata applicazione della legge non favorirebbe una sorta di “deriva ludopatica?”.

«Le nostre imprese – risponde Cavo - ci segnalano che per la stragrande maggioranza i cosiddetti giocatori sono cittadini qualunque, che cercano semplicemente piccoli momenti di svago e divertimento. Sono rarissimi i casi preoccupanti. La ludopatia si verifica quando il gioco raggiunge livelli di cronicità e di assiduità tali da diventare una dipendenza e in quel caso rappresenta un tema da affrontare in termini più generali, sociali e medici. Ma, come dicevo, nella quasi totalità dei casi questa situazione non ha nulla a che vedere con i clienti delle piccole imprese (bar, tabaccherie, ecc...) diffuse sul territorio». 

Nessun allarme, quindi. Anzi, secondo Cavo l'esercente rappresenta un antidoto agli eccessi. «La sua presenza e quella dei suoi dipendenti può fare da deterrente rispetto allo sviluppo di forme di ludopatia. Faccio l'esempio dell'esercente del bar che evita di somministrare alcol a persone in evidente stato di alterazione. Con la stessa logica bisognerebbe ragionare nei confronti del gioco d'azzardo».

Il tema dell'offerta di gioco negli ultimi mesi è stato oggetto di una serrata trattativa tra Stato ed enti locali. Il Governo sta cercando di varare un piano di riordino nazionale basato sulla riduzione sia degli apparecchi di gioco che dei punti vendita. Nel merito, il giudizio del vicepresidente Ascom è tutt'altro che positivo: «Cosa fa lo Stato? Prima propone un nuovo mercato, fa pagare delle concessioni, poi a un certo punto ti dice abbiamo scherzato, bisogna tornare indietro. Piuttosto, il Governo faccia delle proposte per compensare i danni che le imprese dovranno subire a causa di certe misure».

MF/Agipro

 

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