Attualità e Politica
19/11/2018 | 13:20
19/11/2018 | 13:20
ROMA - Un progetto di espansione nel settore delle scommesse online illegali, grazie anche una copertura legale: è quanto ha messo in luce l’operazione Domino portata a termine oggi a Catania, con l’arresto di 29 persone. Per altre sette persone, che erano state fermate a Siracusa, Ribera (AG), Messina, Gela (CL) e Vittoria (RG), i Gip competenti hanno applicato, su richiesta delle locali Procure, la custodia cautelare in carcere. Il progetto di espansione era ideato da alcuni affiliati al clan Cappello e prevedeva l'acquisizione nelle province di Ragusa e Siracusa di locali commerciali da adibire a sale scommesse sotto l'insegna "PlanetWin365", nonché la commercializzazione di un software da installare presso sale di terzi per raccogliere le giocate sui siti “.com”, un canale parallelo alle attività lecite schermato dall’autorizzazione ottenuta dalla Planet. L'inchiesta si è sviluppata tra aprile 2016 e marzo 2017, con indagini di tipo tecnico, affiancate da attività di tipo tradizionale e successivamente da accertamenti patrimoniali. Va quindi precisato che il coinvolgimento di Planetwin365 nell'indagine non riguarda l'attuale management che ha acquisito la società SKS365 (propietaria del brand) nel 2017.
Il procedimento ha preso le mosse dal monitoraggio del clan Cappello-Carateddi e del suo leader Salvatore Massimiliano Salvo e ha consentito di rilevare come Salvo avesse dimostrato interesse nei confronti di un nuovissimo, imponente ed efficace sistema criminoso per reinvestire i profitti criminali ascrivibili al clan Cappello - Bonaccorsi nel settore delle scommesse sportive online, nonché l'incremento del capitale illecito attraverso le numerose agenzie che gestiscono, anche per conto del clan, il gaming online.
Le indagini sono la naturale prosecuzione di quelle svolte dalla Squadra Mobile di Catania e dal Servizio centrale Operativo di Roma nei confronti di appartenenti al clan Cappello-Bonaccorsi e già sfociate nella nota operazione "Penelope", del gennaio 2017. Dalle intercettazioni e dal tenore delle conversazioni registrate si delineava in maniera chiara un articolato progetto di espansione. L'infiltrazione nell'intero settore della raccolta del gioco aveva garantito una posizione di predominio alle famiglie mafiose rispetto agli operatori del circuito legale, contribuendo in maniera determinante a rendere estremamente difficoltosa l'attività di controllo e favorendo il reimpiego dei capitali illeciti.
Sul terrritorio catanese e in provincia era garantita una diffusione capillare della rete illegale di raccolta scommesse concepita e realizzata da Fabio Lanzafame, il tecnico in rapporti con Salvatore Massimiliano Salvo, "Massimo 'u carruzzeri", figura apicale del clan mafioso Cappello - Bonaccorsi.
Gli interessi della compagine mafiosa nel settore venivano curati, sul versante catanese, da Giovanni Orazio Castiglia, legato a Salvo da rapporti diretti di parentela, mentre sul versante aretuseo emergevano le figure degli imprenditori Salvatore Bosco e Antonino Iacono, entrambi residenti a Pachino, quali garanti dei medesimi interessi. Due distinte associazioni a delinquere, specializzate nell'esercizio del gaming online clandestino, con interessi illeciti coincidenti con quello perseguito dalla compagine mafiosa di riferimento e che operavano, pertanto, al fine di agevolare e rafforzare l'operativita' del clan Cappello-Bonaccorsi.
RED/Agipro
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