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Attualità e Politica

12/09/2019 | 13:07

Norma Gratta e Vinci a Corte Ue, Garrisi (Ceo Stanleybet): “Per la decima volta davanti a giudici europei, chiediamo apertura del mercato”

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ROMA - “Ci prepariamo ad affrontare, con determinazione e assoluta competenza, il giudizio dinanzi alla Corte di Giustizia. Per la decima volta, contestiamo una gara escludente e discriminatoria, in materia di giochi, dell’Amministrazione italiana”. E’ il commento di Giovanni Garrisi, CEO del Gruppo Stanleybet, alla decisione del Consiglio di Stato di rinviare alla Corte comunitaria la norma sul rinnovo della concessione delle Lotterie istantanee: “Siamo da oltre 20 anni impegnati in contenziosi di varia natura per il ripristino della legalità e per l’apertura dei mercati a condizioni paritarie tra tutti gli operatori”. Il Consiglio di Stato – sottolinea Stanleybet in una nota - ha “espresso seri dubbi in ordine alla compatibilità” delle norme rilevanti del Decreto legge n. 148/2017 e delle misure attuative con il diritto dell’Unione, articolati in quattro quesiti, che puntualmente riprendono le prospettazioni di Stanley. Questi quesiti riguardano sotto molteplici aspetti l’ammissibilità di un rinnovo senza gara, e a condizioni diverse, della concessione del Gratta & Vinci a favore (per la terza volta) di soggetti facenti capo sempre al medesimo operatore, Lottomatica, nonostante la previsione originaria della sua non rinnovabilità. Dopo la decisione della Corte di Giustizia, la causa sarà “restituita” al Consiglio di Stato per la sentenza di merito. I tempi prevedibili sono intorno a due anni. Per di più, il Consiglio di Stato si è riservato, all’esito del giudizio pregiudiziale, di sollevare anche le questioni di costituzionalità proposte da Stanleybet, fornendo indicazioni sul tema della c.d. doppia pregiudizialità. Secondo l’operatore inglese, “La storia si ripete. Ancora una volta, l’impianto discriminatorio in dichiarato favore degli operatori storici nazionali in materia di giochi viene denunziato per vie giudiziali, e per l’ennesima volta, ciò avviene ad iniziativa di Stanleybet. Il regolatore (già AAMS, ora ADM) sembra nuovamente ignorare il problema, e ad ogni nuova concessione messa a gara irresistibilmente ricade nel medesimo “peccato originale”. E gli operatori nazionali storici si giovano ancora della straordinaria indifferenza dei Legislatori e degli Esecutivi che si sono succeduti per quasi un ventennio agli ostacoli frapposti all’accesso al mercato in condizioni di parità e non discriminazione degli operatori europei, in spregio alle norme e ai principi dell’Unione”.

RED/Agipro

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