Attualità e Politica
08/05/2019 | 14:35
08/05/2019 | 14:35
ROMA - Più di 4500 tabaccai hanno manifestato oggi a Roma per opporre, alle discutibili scelte politico-economiche del Governo, le ragioni di una categoria da oltre 100 anni al servizio dello Stato. Arrivati nella Capitale da tutta Italia, i tabaccai, in qualità di imprenditori, hanno invocato politiche lungimiranti sui prodotti da fumo, anche quelli di nuova generazione e sul gioco pubblico. Tutelare le tabaccherie significa tutelare la rete dello Stato, questo il messaggio inviato al Governo dal Presidente Nazionale della Federazione Italiana Tabaccai, Giovanni Risso che ha specificato: «Lavoriamo per lo Stato di cui siamo concessionari eppure, nonostante le nostre richieste di confronto, il silenzio delle Istituzioni è assordante!».
«Noi tabaccai – ha spiegato Risso – raccogliamo il gioco pubblico per conto dello Stato e non accettiamo che parti di esso ci criminalizzino per questo. Vogliamo un quadro di regole uniforme a livello nazionale e locale, stabile e sicuro nel tempo».
«Del balletto legislativo di Regioni e Comuni che si sostituiscono al Governo centrale ne abbiamo abbastanza, come ne abbiamo abbastanza della narrazione che racconta di un’Italia in balia del demone del gioco. Diciamolo una volta per tutte – ha incalzato Risso – i dati che vogliono milioni di italiani ludopatici sono falsi e, soprattutto, piegati ai voleri di chi pensa di poterne trarre beneficio politico in termini di voti. Ma attenzione, noi tabaccai, noi che, lo ribadisco ancora una volta, raccogliamo il gioco pubblico per conto dello Stato, siamo molti di più. E anche noi votiamo, così come votano quei 13 milioni di cittadini che ogni giorno entrano in tabaccheria».
«Nelle nostre tabaccherie garantiamo servizi raccogliendo decine di miliardi di gettito per conto dello Stato. Per questo – ha concluso – allo Stato, che da più di 100 anni ci onoriamo di servire, chiediamo soluzioni a problemi troppo a lungo trascinati, risposte alle nostre istanze e, soprattutto, rispetto per il nostro lavoro».
RED/Agipro
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