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Ultimo aggiornamento il 05/11/2025 alle ore 20:32

Attualità e Politica

05/11/2025 | 17:05

Bingo, oggi al Tar Lazio udienza pubblica sulla proroga tecnica delle concessioni

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Bingo oggi al Tar Lazio udienza pubblica sulla proroga tecnica delle concessioni

ROMA – Si è tenuta oggi davanti al Tar Lazio l’udienza pubblica dedicata alla controversia - che coinvolge diversi operatori - sulla proroga tecnica disposta dall'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e relativa alle concessioni del gioco del Bingo e al canone imposto ai concessionari per continuare l’attività durante il periodo transitorio.

Al centro del giudizio, la legittimità della proroga (7.500 euro) disposta dalla Legge di Bilancio 2025 e la compatibilità del relativo canone con i principi del diritto nazionale ed europeo.

La Legge infatti, ha previsto che le concessioni per la raccolta del gioco del Bingo restino efficaci fino al 31 dicembre 2026, o fino all’aggiudicazione delle nuove concessioni, se precedente. In cambio, i concessionari devono versare un canone di proroga tecnica determinato annualmente dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (Adm) e approvato con decreto ministeriale.

Secondo molti operatori del settore, tale canone è eccessivo e sproporzionato rispetto ai ricavi, specialmente per le sale con attività ridotta. Numerose società hanno quindi impugnato i provvedimenti di Adm sostenendo che una proroga tecnica non può diventare permanente, poiché si oppone alla natura temporanea delle concessioni pubbliche. Inoltre, l’imposizione di un corrispettivo economico aggiuntivo per la proroga violerebbe i principi di proporzionalità ed equilibrio economico sanciti dal diritto europeo.

La controversia si inserisce in un contesto più ampio, segnato dalla recente sentenza del Consiglio di Stato, che ha accolto il ricorso dell’Associazione Nazionale Italiana Bingo (Anib) e di Play Game, giudicando incompatibile con il diritto dell’Unione Europea l’aumento del canone mensile da 2.800 a 7.500 euro, introdotto dalla Legge di Bilancio 2018. I giudici di Palazzo Spada hanno chiarito che la proroga tecnica delle concessioni, introdotta senza nuova gara, rappresenta una modifica sostanziale dei contratti e contrasta con la direttiva europea 2014/23/UE.

A rafforzare questa posizione è intervenuta anche la Corte di Giustizia dell’Unione Europea, che con la sentenza del 20 marzo 2025 ha stabilito che il regime di proroga tecnica applicato in Italia non è compatibile con il diritto comunitario, poiché altera le condizioni economiche e limita la concorrenza nel mercato.

Attesa nelle prossime settimane la decisione del Tribunale Amministrativo del Lazio. 

FRP/Agipro

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