Attualità e Politica
25/02/2019 | 10:08
25/02/2019 | 10:08
ROMA - Prima il decreto Dignità (che aveva imposto obbligo di tessera sanitaria, stretta sul prelievo e divieto di pubblicità), poi la manovra 2019 con l'aumento del prelievo erariale e infine il Decretone, che, da un lato, ha introdotto un nuovo piano di controlli mirati e, dall'altro, ha innalzato il carico fiscale sui giochi. La maggioranza gialloverde continua a legiferare sul gioco, mentre resta ancora inattuata l'intesa Stato-autonomie locali del 2017 per un riordino nazionale della materia e mentre le Regioni si muovono in ordine sparso su "distanziometro", incentivi alla dismissione e decadenza delle autorizzazioni per i concessionari (interventi a cui in alcune zone si sono aggiunti anche quelli dei Comuni). L'accordo tra Stato ed enti locali raggiunto il 7 settembre 2017 in Conferenza Unificata - ricorda Il Sole 24 ore - andava attuato con un decreto ministeriale, atteso entro il 31 ottobre 2017 ma mai arrivato, con la conseguenza che il suo contenuto è rimasto quasi tutto sulla carta. Fa eccezione il dimezzamento delle slot che si è invece realizzato: da oltre 400mila lungo tutta la Penisola si è passati a 26smila. Taglio che non si è invece realizzato, o almeno non nei termini previsti (da 98 a 55mila), per i punti vendita. Con la conseguenza che le Regioni si sono mosse in ordine sparso, sfruttando la possibilità di «prevedere forme maggiori di tutela per la popolazione» in funzione anti-ludopatia prevista dall'intesa. Ad esempio scegliendo tra 300 o 500 metri per la distanza minima da scuole, ospedali e altri luoghi sensibili (tra cui alcune autonomie hanno incluso anche bancomat, compro oro, stazioni, cimiteri), come è stato deliberato in dieci territori. Con un undicesimo, la Sicilia, che sta andando in quella direzione.
Esiste anche una regolamentazione a volte diversa Comune per Comune sull'orario in cui è possibile utilizzare slot e videolotteries. Ad esempio in Calabria lo si può fare per 8 ore e fino alle 22 (le 20 nelle tabaccherie), mentre in Friuli per 13 ore nelle sale autorizzate. Con una divaricazione ancora maggiore nella scadenzaper gli esercizi commerciali non in regola con i nuovi paletti. Si va dal 2019 per Puglia (aprile) e Piemonte (maggio), al 2020 per l'Abruzzo, fino al 2022 per l'Emilia Romagna.
Tra le Regioni che nonhanno deliberato c'è la Campania. Ma a colmare il vuoto legislativo ci ha pensato Napoli. Che ha portato a 300 metri il "distanziometro" e sta sperimentando due distinte fasce orarie di limitazione. A loro volta diversificate per periodi scolastici e non scolastici. Degno di nota è anche il caso di Roma che ha messo al bando le macchinette dal centro storico, con una distanza minima diversa a seconda che il locale si trovi dentro l'anello ferroviario (330 metri) o fuori (500). Almeno per le nuove aperture perché quelle già in essere attendono un provvedimento ad hoc. Cinquecento metri "off limits" è anche la scelta seguita da Firenze e Milano, dove non potranno essere rilasciate nuove autorizzazioni sul 99% del suo territorio.
RED/Agipro
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