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Attualità e Politica

15/03/2017 | 13:30

Scommesse, Garrisi (Ex. Chairman Stanleybet): “Favorevoli a proroga concessioni, Ue non si opporrà”

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Scommesse Garrisi Ex. Chairman Stanleybet)

RIMINI - Proroga delle concessioni, riordino del settore, caratteristiche del mercato italiano. Sono alcuni dei temi al centro del colloquio di Agipronews con Giovanni Garrisi, executive chairman di Stanleybet, a margine di Enada 2017, al via oggi a Rimini.

Cosa chiede ad un appuntamento come Enada un gruppo come Stanleybet?
“E’ naturalmente una occasione per presentare nuovi prodotti. Ma anche per incontrare altri operatori a cui dare, ma soprattutto da cui ricavare, stimoli e nuove idee. Non bisogna avere paura. Bisogna ammettere che vale la pena copiare i migliori, con l’obiettivo di trasformare in realtà la consapevolezza di essere in grado di far meglio di loro. Presunzione? No, solo coscienza di se stessi. La Stanley punta dritta al primato. Non mi vergogno di chiedere alle forze buone del mercato di essere protagonisti insieme a noi di questo grande sogno”.

Crede a una soluzione in Conferenza Unificata che darebbe il via ad un bando di gara per le scommesse?
“No. Troppe forze in gioco. Troppe lacrime di coccodrillo alla ricerca del consenso. Abbiamo tutti il dovere di mantenere il senso di responsabilità verso lo Stato. Bisogna scongiurare il crollo dell’industria del gioco e delle entrate erariali, che si produrrebbe nel caso di un accordo che si limiti ad accontentare le spinte populiste di amministratori locali incompetenti e alla sola ricerca del consenso nel loro feudo”.

Stanley si opporrebbe in caso di proroga delle concessioni, come avvenne dieci anni fa con le agenzie ippiche storiche?
“No, Stanley non si opporrebbe e, dopo attenta analisi, neanche l’Europa. Sono infatti evidenti nell’Italia di oggi quei motivi imperativi di interesse generale che possono giustificare, anche di fronte alla Commissione Europea e alla Corte di Giustizia, modeste violazioni dei principi dell’Unione. L’Italia con le tre gare precedenti ha creato un disastro, anche giuridico. Non c’è modo di rimediarvi se non con la sospensione temporanea, per giustificati motivi che sorgono dalla situazione attuale, di parte dei diritti dell’Unione. Il trattato consente questa sospensione in contesti tra i quali, a mio parere e dei legali Stanley, può trovare posto la specifica situazione dell’Italia di oggi".

Il sistema italiano è sufficientemente dinamico per un bookmaker della tradizione di Stanley? Se non lo fosse, dove lo migliorerebbe?
“Penso che l’Italia abbia alla fin fine raggiunto un buon equilibrio e sono portato a dover ammettere che il sistema concessorio, malgrado gli errori, è stato per il passato un successo sia per l’industria che per lo Stato.  Ma ora bisogna avere il coraggio di guardare avanti. I tempi cambiano, le tecnologie fanno diventare vecchio qualsiasi sistema ogni sei mesi. Qualsiasi decisione si prenda deve essere al passo con i tempi. Bisogna prendere bella pausa di riflessione. Rinnovo delle attuali concessioni e, alla fine del periodo, forse, passaggio ad un sistema autorizzatorio. Bisogna poi pensare alla Stanley. Per l’online è tutto a posto, Stanley è ormai nel sistema e sta progredendo a tassi di crescita impressionanti. Per il retail è necessario superare l’attuale contenzioso e trovare il modo di inserire da subito la Stanley nel sistema. Ma deve essere chiaro che Stanley non parteciperà a nessun condono. Abbiamo nuove pronunce che confermano che l’imposta unica, attualmente, non è dovuta ne’ dalla Stanley, che già la paga nel paese di autorizzazione, ne’ dai CTD, che non sono gestori di un bel niente. Come si risolve allora? Io qualche idea ce la avrei, ma bisogna che le autorità italiane abbiano il coraggio di metter mano al problema di un operatore che non cede al rispetto dei suoi diritti, che sorgono anche dall’appartenenza del nostro paese al continente Europeo”.

NT/Agipro 

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