Attualità e Politica
08/05/2020 | 15:14
08/05/2020 | 15:14
ROMA _ “Per la determinazione del prelievo nella misura dell’1% [ovvero: 0,75] si è dunque tenuto conto del delicato momento di crisi di liquidità e di sospensione dei giochi”. Sì, avete letto bene: è l'innesco che porta alla tassa sulle scommesse è fin troppo semplice: Siccome il settore è in crisi e a emissione zero da mesi, lo tassiamo. Oppure: visto che la pianta sta morendo per curarla non gli diamo acqua. L’incredibile passaggio è riportato nella relazione tecnica che accompagna la bozza del decreto economico su cui sta lavorando il governo per reperire fondi in favore della ripresa dello sport: Il cosiddetto “Salvasport', all'interno del 'decreto ex-Aprile' divenuto oramai 'decreto Maggio', quello tarato sulla ripresa del Paese. E cioè, riaprire il calcio, i circoli sportivi, i maneggi per dare nuova linfa allo sport di base, no. Tassare chi non sta facendo business da mesi, sì. Da non credere.
Con un settore ancora chiuso per il lockdown, privo di eventi sportivi per lo stop dei campionati e senza alcuna certezza nei prossimi mesi, considerando la paralisi dello sport mondiale, il Mef giustifica così la decisione di creare un'imposta 'dedicata' _ l'ennesima _ al settore delle scommesse, nessun segmento escluso: sportive, virtuali, online. Il testo della norma è chiarissimo, anche se non è deciso quale sarà la percentuale di prelievo del 'Salvasport': sarà l'uno o lo 0,75%? Il punto non è ancora definito. “Al fine di far fronte alla crisi economica delle società operanti nel settore sportivo, la quota dell’uno per cento (ovvero dello 0,75%) sul totale della raccolta da scommesse relative a eventi sportivi di ogni genere, anche in formato virtuale, effettuate in qualsiasi modo e su qualsiasi mezzo, sia on-line, sia tramite canali tradizionali, come determinata trimestralmente dall’ente incaricato dallo Stato, viene versata destinata sino al 31 luglio 2022 all’entrata del bilancio dello Stato”. Quindi, tutte le scommesse forniranno un contributo - che la bozza di decreto assegna al'l’Ufficio per lo sport presso la Presidenza del Consiglio dei ministri' cioè quello che per comodità viene definito ministero dello Sport - destinato a misure di sostegno e di ripresa del movimento sportivo. Sarà lo stesso Ufficio per lo Sport, di concerto con il Mef “ad adottare entro 10 giorni un provvedimento con i criteri di gestione del fondo”. Nella relazione tecnica che accompagna la bozza, la stangata sui bookmaker autorizzati prende tutta la sua forma numerica: “Considerato che per una raccolta di 100 euro la vincita sulle scommesse è di circa 82 euro con un margine di circa 18 euro, emerge che un aumento di 1 euro su una raccolta di 100 euro si trasla parimenti sul prelievo applicato al margine portandolo da 3,6 euro a 4,6 euro per il gioco fisico”. In sostanza – e qui tenetevi forte - il prelievo a carico dei bookmaker, attualmente fissato al 20 e al 24% sul margine (giocate meno vincite) schizzerebbe al 35% per le agenzie e al 39% per l’online. E non è difficile immaginare cosa potrebbe succedere all'intero settore se una norma del genere entrasse in vigore. Foto di Steve Buissinne da Pixabay
PF-NT/Agipro
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