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Attualità e Politica

21/09/2017 | 17:26

Caso Global Starnet: fondo maltese punta ad acquisizione, disco verde della Corte dei Conti

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ROMA - Vertical Group, un fondo di investimento con sede a Malta, è interessato all’acquisizione di Global Starnet (ex Bplus), la società leader nel settore delle slot machine di proprietà dell’imprenditore Francesco Corallo. Un’operazione complessa, da diverse centinaia di milioni, che salverebbe oltre 200 posti di lavoro e un cospicuo gettito erariale, ma che deve però superare diversi ostacoli. In primis, il provvedimento di decadenza dalla concessione deciso a marzo dai Monopoli di Stato: il termine dei sei mesi stabiliti dalla convenzione per il “distacco” delle 55mila slot e 11mila Vlt collegate a Global Starnet scade a fine settembre.

Questa mattina, al Consiglio di Stato, gli avvocati della società - Stefano Vinti, Carmelo Barreca, Andrea Scuderi, Ernesto Sticchi Damiani - hanno chiesto la rapida fissazione dell’udienza di merito al Tar Lazio, dove la domanda cautelare era stata respinta a giugno. Una richiesta a cui l’Avvocatura dello Stato non si è opposta e che – se accolta – potrebbe concedere un po’ di tempo per completare il cambio di proprietà.Il fondo maltese, nelle ultime settimane di febbrili contatti istituzionali, ha chiesto pareri agli uffici che hanno competenza sul caso-Bplus, ricevendo risposte differenti.

Un “no” secco è arrivato dalla Procura della Repubblica, che a dicembre fece scattare l’operazione “Rouge et Noir” contro i vertici di Bplus: secondo quanto apprende Agipronews, i magistrati (che mesi fa hanno disposto il sequestro delle quote della società) non sarebbero convinti della bontà del progetto presentato da Vertical Group, in particolare sotto il profilo delle garanzie. Luce verde, al contrario, dalla Corte dei Conti: è quanto si legge nella risposta inviata dalla Procura regionale del tribunale contabile - che Agipronews ha potuto visionare - al fondo maltese, all’Agenzia Dogane e Monopoli, al Mef e alla Procura della Repubblica di Roma. “Non si ravvisano profili di criticità - si legge - in merito alla ipotizzata cessione di quote o di ramo d’azienda da parte della Global Starnet a favore di altra società di nuova costituzione con riferimento specifico alla esecuzione e trasferibilità del debito risarcitorio” in seguito alla sentenza di condanna nel processo delle maxi penali slot, per il quale Global Starnet ha ricevuto una sanzione di 335 milioni.

 

Il procedimento contabile è in attesa della conclusione del processo di revocazione presso la Corte dei Conti e – prima ancora – della causa avviata in Cassazione. Nel caso di cessione delle quote, scrive la Corte dei Conti, “nulla cambierebbe in ordine al soggetto debitore che rimarrebbe la Global Starnet”. Nel caso dell’eventuale cessione del ramo d’azienda, invece, “il cessionario subentrerebbe in tutti i rapporti attivi e passivi e pertanto diventerebbe titolare del debito verso l’erario”. La Procura scrive però che sulla decadenza della concessione “compete naturalmente all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli valutare le condizioni per una revoca del provvedimento”, anche alla luce “delle garanzie offerte da parte della cessionaria in ordine all’adempimento di tutte le preesistenti obbligazioni verso l’erario”.

Via libera, in caso di cessione, anche alla rateizzazione delle somme dovute all’erario. La legge “consente esplicitamente il pagamento rateale dei debiti derivanti da sentenze di condanna della Corte dei conti, sulla base di un piano determinato dall’Amministrazione creditrice”. Non compete invece alla Procura esprimersi su “eventuali ipotesi transattive”, che pure andrebbero valutate dall’Amministrazione. Il tempo stringe, insomma, per il salvataggio di Global Starnet da parte del fondo maltese Vertical Group: fondato nel 1991, si legge nel sito ufficiale, non ha “investitori istituzionali” al suo interno  ma opera come una “vera” società privata, che re-investe sulla base dei profitti realizzati. L’obiettivo di Vertical sono le società di piccola e media dimensione, accompagnate spesso alla quotazione in Borsa. In Italia, il gruppo finanziario ha investito già in Trevifin e in Spigadoro. 

NT/Agipro

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