Attualità e Politica
28/07/2021 | 15:27
28/07/2021 | 15:27
ROMA - «Gli operatori di gioco continuano a credere nell'ippica, anche al di là della convenienza economica», ma «qualsiasi sforzo per il rilancio del settore sarà vano se non esisterà un progetto strutturato per aumentare la visibilità dello spettacolo dell'ippica, allargando la base dei giocatori». Lo ha detto Massimo Temperelli, Managing Director Betting di Sisal, durante il panel "La nuova immagine dell'ippica" nel corso dell'evento Sbc Digital Italia. «L'ippica è un settore che può creare valore, il sostegno del pubblico deve essere finalizzato a raggiungere l'autonomia e l'indipendenza economica del settore: siamo in una fase in cui l'ippica deve essere "accompagnata". C'è la necessità di una governance che abbia con una visione strategica che deve essere perseguita nel tempo», ha concluso.
«I volumi delle scommesse attuali non sono assolutamente in grado di sostenere la filiera ippica, che non può prescindere da un sostegno pubblico. È necessario arrivare a una riforma delle scommesse ippiche» prevedendo, tra le altre cose, «l'equiparazione del prelievo sulle puntate ippiche a quello delle scommesse sportive: l'attuale disparità di trattamento non è giustificabile», ha aggiunto Elio Pautasso, presidente di Federippodromi. «Il meccanismo stesso del Ministero impedisce una governance snella: un organismo dedicato, con controllo pubblico, potrebbe rilanciare il settore», ha continuato.
«La profonda crisi dell'ippica in Italia non è dovuta a un disinteresse del pubblico», ha sostenuto Domenico Galizia, CEO di BetFlag. «L'avvento del palinsesto complementare ha provocato un'impennata della raccolta, Betflag ad esempio ha triplicato gli incassi dal 2019 al 2020, e questo è un segnale che dimostra che c'è una platea che possiamo coinvolgere e intrattenere. È necessaria però una "ristrutturazione": la pressione della tassazione sul margine lordo rende questo settore delle scommesse poco competitivo rispetto a quello delle scommesse sportive», ha aggiunto.
Invece per Maurizio Ughi, presidente di Obiettivo 2016, «il grande problema è la riduzione della clientela che frequenta ippodromi e agenzie. Per riportare gente all'ippodromo bisogna partire dal settore giovanile, che crea una base di appassionati di questa attività sportiva. La filiera poi dovrebbe essere suddivisa: il ministero delle Politiche agricole dovrebbe occuparsi della parte dell'allevamento, le scommesse resterebbero sotto la gestione del regolatore Adm e, infine, la parte delle regole e delle competizioni dovrebbe essere affidata a una federazione autonoma sotto il controllo del Coni», ha concluso.
MSC/Agipro
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