Attualità e Politica
27/09/2022 | 12:31
27/09/2022 | 12:31
ROMA - "La Commissione parlamentare d’inchiesta sul gioco illegale e sulle disfunzioni del gioco pubblico ha concluso i propri lavori con una relazione che conferma il fallimento del divieto di pubblicità introdotto nel 2018, a poco più di quattro anni dall’entrata in vigore del Decreto Dignità che lo aveva previsto". E' quanto si legge in una nota di Logico. "Se l’obiettivo del Governo nel 2018 era quello di rafforzare la tutela del consumatore, non si può certo parlare di successo: l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, infatti, ha registrato un forte incremento del gioco illegale, con una stima dai 10 ai 20 miliardi di euro", si legge ancora. Inoltre, "non vi è alcuna ricerca che a posteriori certifichi la bontà del divieto della pubblicità per i giocatori problematici e a rischio ludopatia. Gli ultimi dati sul fenomeno risalgono all’indagine dell’Istituto Superiore di Sanità nel 2018" e "non sappiamo se, ad oggi, i giocatori 'a rischio' siano aumentati o diminuiti, né quale sia stato l’impatto del divieto di pubblicità sul fenomeno. Manca, dunque, un tassello fondamentale per completare la verifica sull’efficacia del provvedimento", ma "anche in assenza di dati aggiornati, è facile prevedere che la facilità di accesso al gioco illegale abbia dato una spinta preoccupante al fenomeno della ludopatia e del gioco problematico". Secondo l'associazione, a rimetterci sono stati "gli utenti, lasciati in pasto agli operatori illegali", e "il mondo dello sport che ha perso gli introiti degli sponsor del mondo betting", oltre alle "aziende concessionarie che hanno visto ridursi il proprio fatturato, e allo Stato, perché ha fatto venire meno le garanzie per i giocatori (contrasto al gioco minorile, al riciclaggio del denaro e al gioco problematico) offerte dalle piattaforme legali. Senza trascurare la riduzione drastica delle entrate fiscali, ancora una volta a vantaggio del gioco illegale".
RED/Agipro
Foto Credits MaxPixel Creative Commons Zero - CC0
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