Attualità e Politica
19/01/2024 | 13:27
19/01/2024 | 13:27
ROMA – I limiti orari imposti dal comune di Bologna sono legittimi e vanno rispettati. È quanto ha ribadito la Seconda Sezione del Tar Emilia-Romagna, che ha respinto il ricorso di una società contro le limitazioni orarie stabilite dall’Amministrazione comunale. Secondo la ricorrente, l’ordinanza che impone la chiusura degli apparecchi in alcune fasce orarie all’interno del territorio comunale sarebbe “illegittima, poiché si pone in netto contrasto con l’Intesa prevista nella Conferenza Unificata del 2017, che stabilisce un limite massimo di sei ore di spegnimento dei suddetti apparecchi”. A maggior ragione, viene lamentato che la decisione del Sindaco sarebbe stata presa non “ponderando, in termini ragionevoli e proporzionali, i contrapposti interessi” delle parti in causa: sarebbe stato “preso nella dovuta considerazione unicamente l’interesse per la salute della cittadinanza, senza di contro valutare gli effetti di tali assai pregiudizievoli provvedimenti nei confronti degli operatori del settore”. Considerando poi la fascia oraria di apertura (dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 17.00 alle 22.00), è stato espresso un forte disappunto: essendo nel restante lasso temporale comunque chiuse attività come bar, tabacchi e ristoranti, l’ordinanza risulterebbe lesiva esclusivamente per le sale giochi.
Il Tribunale Amministrativo ha respinto il ricorso, sostenendo che sia anche competenza delle Amministrazioni comunali, oltre che dello Stato, imporre limiti orari di questo tipo per la “tutela della salute pubblica” e che non sussiste alcuna mancanza in merito alla citata Intesa della Conferenza Unificata. Per queste ragioni, “la gravata ordinanza comunale risulta esaurientemente istruita e dotata di sufficiente apparato motivazionale”. In merito alla mancanza di equilibrio e ponderazione nella decisione, il Collegio sottolinea che la possibilità di apertura per otto ore giornaliere garantisca un “orario potenzialmente in grado di perseguire l’obiettivo primario di prevenire, contrastare e ridurre il gioco patologico, contemperando però tale finalità nel redigere un orario di apertura degli esercizi che tenga effettivamente conto anche degli interessi economici degli imprenditori”. L’incongruenza con gli orari degli altri esercizi commerciali, poi, è frutto della diligenza dell’Amministrazione, che “ha inteso scoraggiare la trasmigrazione dei giocatori dall’una all’altra tipologia di esercizi che invece verosimilmente si verificherebbe”.
GF/Agipro
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