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Attualità e Politica

12/09/2018 | 15:56

Giochi in Piemonte, Pucci (Astro): “La modifica alla legge è l'ennesimo dispetto agli imprenditori, c'è una strategia per favorire le grandi piattaforme online”

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ROMA - «Questo emendamento è un dispetto agli imprenditori del settore. Prima decidono di cacciarci dalle città, chiedendoci di aprire altrove, purché lontano dai luoghi sensibili; ora ci dicono che neanche questi nuovi investimenti sono garantiti a lungo termine. La politica dovrebbe agevolare la vita delle imprese, non metterle alle corde. Abbia almeno il coraggio di abolire l'intero settore del gioco e di non prendere in giro aziende e lavoratori del comparto». Durissimo il commento di Massimiliano Pucci, presidente dell'associazione di gestori slot Astro, alla modifica della legge piemontese antiludopatia, passata ieri in Commissione Bilancio. Nel probabile caso di approvazione in aula (si tratta di un emendamento proposto dalla maggioranza), i titolari di sale ed esercizi pubblici con apparecchi di gioco dovranno chiudere o trasferirsi (entro quattro o otto anni, a seconda dei casi) ogni volta che nelle loro vicinanze sorgerà un nuovo luogo considerato sensibile dalla legge (come bancomat e compro oro). «In Piemonte – continua Pucci – siamo ormai alla sparizione del gioco lecito. Ringrazio i sindacati che stanno prendendo coscienza di una vera e propria emergenza occupazionale. Si preferisce colpire le aziende e i loro lavoratori piuttosto che prevenire e curare gli effetti problematici del gioco, convinti che eliminate le slot si risolvano tutti problemi legati alla ludopatia. Sembra un luddismo post moderno, proprio a Torino, dove in passato si combattevano battaglie per migliorare la qualità del lavoro, oggi si sta destrutturando un settore che fa vivere migliaia di lavoratori». L'analisi di Pucci parte dalla realtà piemontese ma si allarga alla politica nazionale: «Da presidente di un'associazione di imprenditori, non posso che appellarmi anche ad altri settori. Dall'attacco al gioco fisico alle chiusure domenicali sembra chiara l'intenzione di spostare il commercio a un modello di vendita online con danni occupazionali gravissimi che presto si estenderanno anche ad altri settori».
MF/Agipro

 

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