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Attualità e Politica

14/12/2017 | 15:50

Calcio, relazione Antimafia: «Inasprire sanzioni per match fixing e stop a scommesse su campionati minori»

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ROMA -  Inasprire le sanzioni della giustizia sportiva nei casi di match fixing e di collusioni con la mafia ed evitare le scommesse nei campionati dilettantistici: sono alcune delle proposte del comitato Mafia e sport della Commissione Antimafia, coordinato dal deputato Marco Di Lello, che ricorda la capacità di infiltrazione della mafia «in ogni ambito ove si prospettano opportunità di illecito arricchimento», si legge nella relazione messa a punto dalla presidente della Commissione Antimafia, Rosy Bindi, e dallo stesso Di Lello, che si è soffermata sui «fatti criminali avvenuti in occasione di importanti eventi sportivi o collegati a vicende personali e sportive di atleti, in cui traspare la presenza di esponenti della criminalità organizzata di tipo mafioso o l’intervento di reti criminali, anche internazionali, di cui sono parte integrante le mafie italiane».
La relazione - che sottolinea le «formidabili opportunità di lucro che il volume di affari che ruota intorno al calcio offre alla criminalità organizzata» -  si sofferma anche sul fenomeno delle partite truccate. «I rapporti con i giocatori possono essere sfruttati a fini illeciti, attraverso il cosiddetto match fixing, cioè l’alterazione del risultato sportivo al fine di conseguire illeciti guadagni attraverso il sistema delle scommesse», si legge. Per questo, nella relazione si invita il mondo del calcio a «cambiare la cultura sportiva, allineare la concreta gestione degli affari del calcio alle regole più autentiche dello sport». Per la Commissione Antimafia, «lasciare che le discipline sportive si inchinino unicamente alla logica del profitto, di cui è pur necessario tenere adeguato conto, rischia di corrodere il sistema dall’interno».
Negli ultimi anni, si legge nella relazione, il fenomeno del match fixing «ha raggiunto preoccupanti livelli di espansione nel mondo» e «le recenti tecnologie e la possibilità di scommettere online hanno contribuito ad ampliare le dimensioni di tale fenomeno al punto che, ad oggi, si tratta di un vero e proprio business multimiliardario, spesso correlato ad altre attività criminali, come ad esempio il riciclaggio».
«Sfruttando la disomogeneità delle regolamentazioni nazionali e le opportunità offerte dalle moderne tecnologie, è oggi possibile effettuare legalmente scommesse senza che venga appurata l’origine dei fondi utilizzati», continua la relazione. «Se questo fenomeno di riciclaggio è un rischio che abbraccia tutto lo sport in generale, è anche vero che esso trova nel calcio una delle fonti di guadagno più lucrative, come dimostrano le operazioni portate a termine in anni recenti sia a livello nazionale che internazionale».
Quindi la Commissione propone di «rafforzare, a fini preventivi, il sistema di monitoraggio sulle scommesse illegali su siti non autorizzati o su siti stranieri» e «limitare il novero dei fatti sportivi sui quali è possibile scommettere», prosegue la relazione del Comitato "Mafia e Sport". «Uno dei fattori che facilita il fenomeno del match fixing è proprio la possibilità di scommettere su qualunque evento e frazione della condotta di gioco, opportunità che agevola l’accordo illecito con un minore numero di attori infedeli. Limitare la possibilità di scommettere sul solo risultato finale dell’incontro e, al massimo, su quello del primo tempo, ridurrebbe significativamente le occasioni d’illecito accordo». Nella relazione si propone anche di «vietare le scommesse sulle partite di calcio delle società che militano in campionati dilettantistici, attesa la loro maggiore vulnerabilità sul piano economico e al condizionamento di esponenti della criminalità e considerato altresì che non di rado hanno difficoltà ad adempiere agli obblighi contrattuali verso i calciatori così esponendoli al più alto rischio che si prestino ad operazioni di matchfixing».
Infine, la relazione del Comitato "Mafia e Sport" approvata dalla Commissione Antimafia propone di valutare «in una prospettiva in cui le politiche fiscali tengano conto delle misure di politica di prevenzione della criminalità, l’allineamento della tassazione delle scommesse a quella che colpisce le altre operazioni commerciali». Il settore delle scommesse sportive «non è solo fonte di ragguardevoli introiti per l’Erario, ma è anche fonte di lautissimi guadagni sia per gli scommettitori ma ancor più per le società di betting che operano in sostanziale assenza di rischio di impresa. Tutto questo facilita e incentiva le frodi sportive e contribuisce a diffondere forme di dipendenza del gioco in strati sempre più ampi del tessuto sociale e, in particolari, tra i giovani», conclude la relazione.
MSC/Agipro

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