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Attualità e Politica

24/10/2017 | 09:29

Decreto fiscale, Servizio Bilancio Senato: «Necessario acquisire dati su prosecuzione Gratta e Vinci»

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Decreto fiscale Servizio Bilancio Senato Gratta e Vinci

ROMA - «Appaiono necessari elementi informativi e dati» relativi alla prosecuzione della concessione relativa alle lotterie istantanee, che assicurerà al bilancio dello Stato «nuove e maggiori entrate in misura pari a 50 milioni per l'anno corrente e 750 milioni per l'anno 2018». Lo scrive il Servizio Bilancio del Senato nell'analisi delle norme contenute nel decreto fiscale, il cui esame comincerà oggi in Commissione Bilancio. «La relazione tecnica non fornisce elementi informativi limitandosi a riportare il disposto normativo, con la sola precisazione che la somma di 800 milioni è equivalente alla base d'asta già fissata nel 2009», spiega il Servizio Bilancio, sottolineando «la sinteticità della relazione tecnica e della relazione illustrativa». Il Servizio Bilancio evidenza che «gli atti di cui si ha informazione non fanno menzione di un obbligo di versare ulteriori 800 milioni in caso di rinnovo della concessione»: quindi, «andrebbe chiarito se la somma di 800 milioni versata all'avvio dell'affidamento costituisca un mero "diritto di ingresso", da corrispondere una volta soltanto all'inizio del rapporto concessorio ed il cui valore terrebbe conto anche di quello del prolungamento (eventuale e non automatico) per altri nove anni ovvero uno degli obblighi del concessionario che, unitamente agli altri previsti nella concessione in essere, "rivivrebbero" in occasione del rinnovo», si legge ancora.
«Andrebbe chiarito se la previsione di nuove e maggiori entrate per l'Erario possa intendersi come l'imposizione al concessionario di un nuovo onere sopravvenuto avente il suo titolo esclusivo nella norma del decreto in commento ovvero la mera conferma di un obbligo preesistente dall'avvio del rapporto concessorio riferibile al rinnovo. Nel primo caso, ci si potrebbe chiedere se la norma non dia luogo ad una modifica sostanziale delle condizioni originarie della concessione con conseguenze in ordine alla qualificazione del rinnovo in termini di nuovo affidamento e non già di prosecuzione del rapporto in essere», sottolinea il Servizio Bilancio. «L'approfondimento appare opportuno anche qualora risultasse pacifico ed incontestabile, anche per il concessionario, l'esistenza ab initio di un obbligo di versare 800 milioni all'atto del rinnovo. Andrebbe infatti valutato se la scansione temporale delle nuove entrate (per la maggior parte ipotizzate nel 2018) e quindi la previsione di modalità di pagamento significativamente anticipate rispetto all'avvio del secondo periodo di efficacia della concessione (ossia dal 1 ottobre 2019), a tacer d'altro, non dia luogo ad una "novazione" delle condizioni della concessione, con la conseguente riqualificazione della prosecuzione del rapporto in essere come nuovo affidamento». Infine, «considerato il carattere sommario della relazione tecnica, un chiarimento appare necessario nell'ottica di offrire un quadro informativo adeguato anche al fine di escludere, qualora vi fossero elementi per qualificare la prosecuzione del rapporto come nuova concessione, il rischio di contenziosi in relazione ad eventuali profili di contrarietà sia all'ordinamento interno sia a quello dell'Unione europea, rispetto all'esigenza di osservanza dei principi di certezza del diritto, non discriminazione, trasparenza e imparzialità».
Il Servizio Bilancio inoltre segnala, per le opportune valutazioni ed approfondimenti, che «la norma in esame prescrive all'Agenzia delle dogane e dei monopoli di perfezionare sin dal 2017 il rinnovo della concessione, poco meno di due anni prima della naturale scadenza dell'affidamento in essere (30 settembre 2019)» e che «l'Amministrazione finanziaria, in assenza della norma in commento, avrebbe potuto valutare se esercitare o meno l'opzione di rinnovo, accertando la sussistenza dell'interesse pubblico al prosieguo del rapporto in essere nel presupposto del corretto adempimento degli obblighi nascenti dalla concessione e di quanto altro posto a carico del concessionario; - che è ragionevole ipotizzare che la predetta valutazione sarebbe stata svolta nell'approssimarsi della scadenza ed in tempo utile a consentire l'eventuale rinnovo». Segnala anche che, «di contro, l'anticipazione della decisione di rinnovo impedisce di porre sotto esame un periodo significativo (quasi un biennio) del rapporto concessorio in essere in relazione al quale non si può escludere il sopravvenire di diverse valutazioni in ordine all'interesse pubblico o di criticità nello svolgimento del rapporto che avrebbero potuto condurre l'Amministrazione ad una valutazione differente in ordine al rinnovo». Tali criticità, «anche una volta perfezionato il rinnovo, considerata la scansione dei versamenti, potrebbero portare, nei casi più gravi, alla decadenza della concessione con i conseguenti riflessi finanziari». Il Servizio Bilancio inoltre sottolinea «che non sono state fornite informazioni circa l'esatto adempimento fino ad oggi degli obblighi ed oneri posti a carico del concessionario» e che «non sono stati indicati elementi volti ad escludere l'esperimento di altre opzioni normative come, ad esempio, lo svolgimento di una nuova gara che avrebbe consentito di verificare la possibilità di affidare il servizio ad una pluralità di concessionari, di tener conto dei suggerimenti e delle criticità espresse dall'ANAC e di permettere l'eventuale adeguamento, qualora ne sussistessero le condizioni, dell'importo dell'una tantum e dell'aggio in senso più favorevole all'interesse erariale».
MSC/Agipro

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