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Ultimo aggiornamento il 27/11/2025 alle ore 12:45

Attualità e Politica

27/11/2025 | 12:00

Fondazione Fair Forum, De Vita (Flutter): “Il gioco responsabile non è solo un problema dei giocatori, i concessionari devono comunicare meglio cosa fanno”

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Fondazione Fair Forum De Vita (Flutter): “Il gioco responsabile non è solo un problema dei giocatori i concessionari devono comunicare meglio cosa fanno”

ROMA – “Non dobbiamo far passare l'idea che la questione del gioco responsabile sia solo un problema dei giocatori. Noi concessionari dobbiamo comunicare meglio, raccontando cosa facciamo, perché e come lo facciamo”. Queste le parole di Stefano De Vita, Responsible Gaming Director di Flutter Sea, durante l'evento Fondazione Fair Forum 2025 in corso a Roma.

“E’ necessaria – ha continuato De Vita – una comunicazione intelligente che vada oltre gli spot, a cui sono contrario. Dobbiamo spiegare come interveniamo a protezione dei giocatori ed è qualcosa che non riguarda la singola azienda, ma tutto il settore che finalmente sta iniziando ad affrontare il tema collettivamente. Dobbiamo anche proporre nuove regole, smettendo di subirle. Certo, senza la tecnologia non possiamo fare nulla: oggi i modelli di intelligenza artificiale ci permettono di monitorare i comportamenti potenzialmente problematici nel gioco online e intervenire tempestivamente. Inoltre, sottoponiamo a comitati etici e scientifici varie situazioni problematiche per capire come intervenire meglio con i nostri giocatori”.

“In Italia abbiamo il sistema di regolamentazione migliore d'Europa ma ci siamo arrivati in un momento in cui la reputazione del settore è bassissima”, ha aggiunto Francesco Rodano, Chief Sustainable Gambling Officer di Playtech ed ex dirigente del gioco a distanza in Adm. “Noi ci dimentichiamo – ha affermato – che la maggior parte delle persone non sono giocatori e lo stigma sociale contro il gioco fa percepire che questo sia molto più diffuso di quanto sia davvero, anche nelle sue forme problematiche. Il divieto di pubblicità inoltre impedisce di far conoscere il gioco legale e non aiuta una comunicazione efficace”. Rodano ha concluso citando l'esempio della Svezia, dove le tre principali aziende del settore hanno raggiunto un accordo e, ogni sei mesi, pubblicano un rapporto sulle loro attività a favore del gioco responsabile. “Non funziona sempre bene – ha precisato – ma è un esempio che potrebbe essere replicato in qualche modo anche in Italia”.

DVA/Agipro

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