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Attualità e Politica

26/06/2015 | 16:50

Giochi, Passamonti (Confindustria SGI): «Da Beccalossi insulti a 140 mila lavoratori»

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ROMA - “Spiace davvero leggere le dichiarazioni dell’assessore al territorio e all’urbanistica della Regione Lombardia, Viviana Beccalossi, in merito al settore industriale del gioco pubblico. Un settore di cui proprio nella giornata di ieri abbiamo illustrato potenzialità, risultati economici e occupazionali, difficoltà e prospettive di sviluppo. Un ambito economico che vuole intrecciare con le istituzioni e la politica un dialogo costruttivo e anzitutto inspirato al principio di responsabilità. Non è un caso se, nonostante lo slittamento della Delega Fiscale, come Confindustria Sistema Gioco Italia abbiamo ribadito la nostra volontà a proseguire autonomamente sul progetto di piano regolatore del gioco, per qualificare e ridurre del 25% l’offerta di gaming machines. Il tutto, con l’obiettivo di raggiungere un equilibrio tra agibilità d’impresa, tutela sociale e ordine pubblico. E non, come si compiace la Beccalossi, con leggi che stanno favorendo un clamoroso ritorno dell’illegalità”. Lo ha detto Massimo Passamonti, presidente di Sistema Gioco Italia, la Federazione di filiera dell’industria del gioco e dell’intrattenimento aderente a Confindustria. “Eppure come dimostrano le dichiarazioni dell’assessore, sembra prevalere il pregiudizio acritico, un atteggiamento superficiale che arriva a criminalizzare un settore che coinvolge circa 6.600 imprese, ha garantito nel 2014 quasi 8 miliardi di euro di gettito fiscale, e che determina un bacino occupazionale di circa 140.000 lavoratori. Ed è proprio nei confronti dei lavoratori che la politica ha il dovere di adottare un approccio equilibrato e rispettoso, al fine di ascoltare e fare sintesi tra le diverse, e tutte rispettabili, posizioni in campo. Se invece, per raccogliere qualche facile applauso, si ha la presunzione di arrogarsi il diritto di consegnare patenti di dignità e legittimità a specifici settori industriali, ne prendiamo atto con profonda tristezza”, continua Passamonti. “Ma è un approccio rischioso e che prevede anzitutto l’adozione di criteri oggettivi e validi per tutti, attraverso cui analizzare tutti i settori industriali che presentano aspetti controversi. A cominciare, per citarne solo uno, dall’alcol e dalle industrie di coloranti utilizzati nella produzione di superalcolici e merendine in cui è impegnata la sua famiglia. Non saremo noi a chiederle se si vergogna per i danni gravissimi che le statistiche attribuiscono all’alcol. Le sue parole si commentano da sole” conclude Passamonti. RED/Agipro

 

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