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Ultimo aggiornamento il 25/09/2025 alle ore 20:48

Attualità e Politica

25/09/2025 | 17:43

Regolarizzazione agenzie di scommesse, oggi udienza pubblica in Consiglio di Stato: Stanleybet chiede la revocazione della sentenza di inammissibilità

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Regolarizzazione agenzie di scommesse oggi udienza pubblica in Consiglio di Stato: Stanleybet chiede la revocazione della sentenza di inammissibilità

ROMA – Si è tenuta oggi, davanti alla Sezione VI del Consiglio di Stato, l’udienza pubblica sul ricorso promosso da Stanleybet contro i provvedimenti dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (Adm), del Ministero dell’Economia e delle Finanze e del Ministero dell’Interno, relativi alla procedura di regolarizzazione prevista dalla legge di stabilità 2015 per gli operatori di scommesse privi di concessione Adm e di licenza di pubblica sicurezza. Al centro del confronto vi è stata la richiesta dell’operatore di ottenere la revocazione della sentenza emessa nel 2024 dalla Sezione VII del Consiglio di Stato, che aveva dichiarato inammissibile il ricorso originario per carenza di interesse. 

Secondo Stanleybet, la decisione impugnata non avrebbe considerato il suo “status particolare”: l’operatore sostiene infatti di essere già stato “sanato” dalla giurisprudenza europea, che in passato aveva riconosciuto la discriminazione subita dagli operatori esteri esclusi dalle gare italiane. Per questo motivo, la procedura di regolarizzazione prevista dalla legge sarebbe stata, a loro dire, discriminatoria e non applicabile al caso specifico.

Come hanno ricordato Daniela Agnello e Fabio Ferraro, i legali della società nell'udienza odierna, “Stanleybet rappresenta un’eccezione alla regola, perché sanata dalla giurisprudenza”. Una condizione che – secondo la difesa – costituirebbe un fatto ormai consolidato, confermato anche da tre precedenti pronunce del Consiglio di Stato.

Nella sentenza del 2024, tuttavia, il Collegio aveva affermato l’opposto: "Le deduzioni delle appellanti in ordine ad una propria peculiare posizione distinta dagli altri operatori - si legge - sono tutte prive di fondamento” o comunque potevano riguardare casi specifici o la sanzione penale. Inoltre, aveva ribadito la legittimità del sistema italiano basato sul binomio concessione più autorizzazione, già riconosciuto conforme al diritto dell’Unione dalla Corte di Giustizia.

Secondo la difesa di Stanleybet, quella decisione non ha però “definito l’operatore quale soggetto sanato dalla giurisprudenza UE, quale eccezione alla regola”. Da qui la richiesta di revocazione e di trattazione del caso, affinché sia consolidato lo status di "soggetto discriminato” come già riconosciuto dalla giurisprudenza penale e dalle precedenti sentenze emesse dal Consiglio di Stato. La decisione è attesa nelle prossime settimane.

FRP/Agipro

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