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Attualità e Politica

13/03/2017 | 18:09

Slot, Rusciano (Astro): “Distanziometro e limiti orari inefficaci per contrastare gioco patologico”

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Slot Rusciano Astro

ROMA - L’introduzione di limiti orari per il gioco, soprattutto se limitato solo alle slot, rischia di non raggiungere gli obiettivi di contrasto alle patologie. E’ quanto sottolinea in una nota l’avvocato Isabella Rusciano del Centro Studi Astro, commentando gli ultimi provvedimenti in materia di limitazioni di gioco, in questo caso relativi al Comune di Modena. “L’industria chiede strumenti di verifica sull’efficacia delle limitazioni al gioco lecito - si legge nella nota - Modena è solo l’ultima delle città che introduce il distanziometro orario per gli apparecchi da gioco lecito”, una misura presentata come soluzione “ai problemi socio-sanitari collegati al gioco”.

Limitazioni adottate sulla base di studi che “possono essere più o meno seri, più o meno accreditati, ma sicuramente non hanno la loro base empirica di osservazione localizzata in Italia”, dove manca ancora un’indagine ufficiale del Ministero della Salute.

“In Italia non si introducono limitazioni di vendita (o di consumo) al gioco nel suo complesso (tutti i prodotti leciti), unitamente a campagne di aggressione al gioco non autorizzato, ma solo spegnimenti programmati ai soli apparecchi autorizzati”. I provvedimenti adottati, sottolinea Rusciano, si limitano a spostare il gioco dagli apparecchi spenti a quelli attivi, o addirittura a quelli illegali, allo stesso tempo “si esasperano le dinamiche di gioco, in primo luogo degli utenti già problematici, per i quali lo stress dell’ora di spegnimento si trasforma in una corsa a giocarsi tutto in fretta, mentre quello dell’attesa dell’accensione provoca l’approccio ad altre scommesse di sorte”.

Gli studi presentati a supporto dei provvedimenti locali presentano dunque un handicap di partenza: “in Italia non esiste un distanziometro metrico-orario per tutto il gioco, ma solo una politica di restrizioni per le sole apparecchiature autorizzate. L’effetto positivo che detti studi prospettano, pertanto, non potrà mai essere raggiunto, in quanto difetta di un contesto in cui si possa vietare il consumo di gioco (tutto quanto, illegale compreso) in certe fasce orarie”.

Dove sono stati introdotti limiti orari e di distanza “il gioco d’azzardo patologico aumenta (sia come malati in cura al Serd, sia come percezione delle dimensioni di criticità non ancora intercettata dai servizi sanitari), aumentano gli alert di gioco problematico (richieste di supporto al reddito ai servizi comunali, non abbinate al classico disagio di classe), aumentano i giovani che giocano on line. Se nessuna Regione ha mai dichiarato che dalle misure legislative no-slot sia derivato un arretramento delle criticità socio-sanitarie pregresse, se nessun Comune ha mai potuto dichiarare che dallo spegnimento programmato dei soli apparecchi da gioco lecito sia derivato un miglioramento delle evidenze critiche da cui sono scaturite le ordinanze orarie, cosa potranno mai attendersi gli Enti Locali che si avviano adesso ad introdurre siffatte misure? Ovviamente nulla”.

RED/Agipro

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