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Ultimo aggiornamento il 29/10/2025 alle ore 14:20

Attualità e Politica

29/10/2025 | 12:19

Speciale Offshore - Le isole dei pirati del gioco illegale: licenze facili e zero controlli. Business da 25 miliardi, 500mila italiani visitano un casinò online delle Comore

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Speciale Offshore 1e isole dei pirati del gioco illegale: licenze facili e zero controlli. Business da 25 miliardi 500mila italiani visitano un casinò online delle Comore

ROMA - Venticinque miliardi all’anno giocati in nero in Italia, con una perdita di entrate per lo Stato – secondo le ultime stime di Agic e Luiss – pari a 2,5 miliardi ogni 12 mesi. È il giro d’affari del gaming illegale: secondo Yield Sec, il business “black” ha raggiunto gli ottanta miliardi di euro e gli operatori non autorizzati controllano circa il 70% del mercato europeo, in crescita del 53% rispetto al 2023. Una sorta di invasione, sempre più difficile da controllare visto che buona parte dell’industria sommersa sfugge ai controlli statali e ha una spiccata preferenza per i paradisi fiscali. Sono almeno 20 – è scritto nel rapporto “Mapping the Offshore Gambling Regulators”, uno studio finanziato dall’Università di Bristol – le giurisdizioni offshore che attualmente rilasciano licenze per il gioco online: diversi nuovi regimi sono stati introdotti in risposta alle recenti riforme a Curaçao e nelle Filippine. Si tratta normalmente di località esotiche, i cui nomi sembrano tratti da libri di pirati e da film di spionaggio: Vanuatu, Panama, Mwali, Alderney, Anjouan. D’altronde, la differenza tra operatori scarsamente regolamentati e completamente illegali è spesso solo una questione di licenza, ma stabilirsi in un mercato seriamente regolato è profondamente diverso da ottenere un titolo pagando una piccola cifra. 
Il mercato nero in Italia - Dietro alle licenze facili si nasconde spesso un’attività illegale in giro per il mondo: in Italia, le ultime inchieste hanno portato alla scoperta di reti parallele con siti registrati a Panama, Curaçao (che per un periodo ha autorizzato fino a 20mila siti nel mondo) e in altri paradisi, utilizzati come copertura per attività basate su giocate cash e sull’assenza di tracciabilità dei giocatori. Un marketing oscuro ma diffuso ed efficacissimo, che viaggia sotto i radar dei controlli pubblici: secondo dati Similarweb citati da “Investigate Europe”, Boomerang - un casinò con sede ad Anjouan (Stato delle Comore, a Est del Mozambico) che è anche regional sponsor del Milan - ha registrato negli ultimi tre mesi del 2024 oltre 17 milioni di visite, 500mila delle quali da cittadini italiani, che hanno così aggirato l’oscuramento dei domini non autorizzati imposto dalla legge ed eseguito dall’Agenzia delle Dogane e Monopoli. E si tratta di un solo casinò. 
Il rischio di riciclaggio e di frode sportiva - Così, in assenza di una regolamentazione realmente efficace, il confine tra gioco legale e illecito rischia di dissolversi del tutto, aprendo la strada a fenomeni di riciclaggio, di frode e di manipolazione degli eventi sportivi. Alcuni operatori di scommesse, la cui proprietà è volutamente nascosta dietro strutture societarie complesse, possono essere ricondotti a reti criminali organizzate, spiega il report. Queste organizzazioni sfruttano la regolamentazione permissiva delle giurisdizioni offshore per mascherare attività illecite, tra cui il riciclaggio di denaro e la frode sportiva. Le cosiddette autorità di regolamentazione offshore si definiscono “transnazionali”, ma tale etichetta serve soprattutto a eludere le responsabilità. “Operando al di fuori di un quadro normativo legato a un contesto nazionale preciso, esse non tengono conto delle condizioni sociali ed economiche dei Paesi in cui risiedono i giocatori”, spiega il report. 

NT/Agipro

 

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- Centinaia di reclami per chi ha giocato a Curacao e Anjouan

 - Dove il gaming è un vero paradiso

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