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Attualità e Politica

16/10/2017 | 16:46

Antiriciclaggio e giochi, De Martino (DNA): «Estorsioni e prestanome, le infiltrazioni della criminalità non sono in calo» (1)

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ROMA - «A partire dagli anni 2000, da quando si è ampliata l'offerta sui giochi, il legislatore ha mirato a due obiettivi: aumentare le entrate erariali e drenare risorse all'illegale, ampliando il mercato legale. Un intento però completamente frustrato». Così Diana De Martino, Sostituto Procuratore DNA, nel corso del convegno “IV Direttiva Antiriciclaggio - Criticità e modelli di applicazione per gli operatori di gioco” in corso a Roma. «La raccolta è aumentata, ma non è assolutamente diminuita la  pressione della criminalità organizzata, che anzi è sempre più attenta e sofisticata nelle infiltrazioni nel settore». La penetrazione delle mafie, continua De Martino «avviene anche nel settore legale: si parte dalla semplice estorsione, perpetrata ai danni degli esercenti, alla diffusa imposizione di apparecchi da gioco, che devono essere della società collegata ai clan. La tendenza più recente consente all'imprenditore di acquisire apparecchi ma pagando una certa somma per ciascuna di questi». Le ingerenze della criminalità si attuano anche attraverso «infiltrazioni in società e sale attraverso prestanome, o compartecipazione delle società titolari della concessione. L'imprenditore pulito accetta il finanziamento al gruppo collegato ai clan, e a fronte della liquidità l'esercizio viene mano a mano espropriato». (segue)

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