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Attualità e Politica

09/05/2015 | 13:53

Bplus, Tar Lazio annulla interdittiva antimafia del Prefetto di Roma: “Nessun collegamento tra Corallo e criminalità organizzata”

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ROMA - Non ci sono elementi sufficienti per confermare l’interdittiva antimafia della Prefettura di Roma a carico di Bplus, concessionario di slot machine che fa capo all’imprenditore Francesco Corallo. E’ quanto ha stabilito una sentenza del Tar Lazio accogliendo il ricorso della società – rappresentata dal professor Vinti e dagli avvocati Scuderi e Barreca - contro l’informativa emanata nello scorso dicembre dall’ex prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro. Il Collegio ha ribadito che non ci sono prove per collegare Francesco Corallo, il principale azionista della società, alle attività mafiose del padre. “Nell'agosto 2014 la Prefettura di Roma ha chiesto alle Forze dell'ordine di fornire elementi per dimostrare la persistenza di rapporti tra il figlio ed il padre - si legge nella sentenza della sezione 1ter - ma tale approfondimento non risulta aver avuto esito, così come non sono stati indicati particolari elementi utili per affermare l'esistenza di rapporti Francesco Corallo e la criminalità di stampo mafioso”. Per i giudici non appare rilevante nemmeno il coinvolgimento dell’imprenditore nell’inchiesta della procura di Milano sui finanziamenti concessi da Banca Popolare di Milano: “Dal procedimento penale inerente alla concessione di finanziamenti ‘facili’ non avrebbero potuto trarsi elementi idonei a supportare l’informativa antimafia impugnata”. Nell’informativa erano stati contestati a Bplus anche i contratti stipulati con tredici esercenti con precedenti penali. Il Tar rileva tuttavia che l’iscrizione all’elenco degli operatori da parte di tali esercenti era di per sé una garanzia, dato che uno dei requisiti richiesti dai Monopoli di Stato è l’assenza di procedimenti penali alle spalle. Risulta del tutto normale, dunque, che Bplus “abbia fatto affidamento sulle risultanze del citato elenco al fine di mantenere in essere i contratti con i soggetti indicati, essendo gli stessi iscritti all'albo e, quindi, (almeno in teoria) in possesso di certificazione antimafia e di licenza di pubblica sicurezza”.  (continua) 

Bplus, Tar Lazio conferma commissariamento della società (2)

ROMA - L’annullamento dell’informativa a Bplus non comporterà però lo stop al commissariamento della società  disposto dalla Prefettura di Roma nell’agosto 2014. In merito alla gestione straordinaria, la sezione 1ter ribadisce quanto stabilito cinque mesi fa dai giudici della Seconda sezione, ai quali si era già rivolta Bplus: "Il venir meno dei presupposti che sorreggevano l’informativa antimafia del settembre 2012 - si legge nella sentenza - non ha affatto inficiato la legittimità del successivo provvedimento di commissariamento, perché nel caso in esame non si può dubitare della sussistenza di tutti i presupposti per l’attivazione della procedura”. Il commissariamento era stato stabilito dopo l’interruzione - a maggio 2014 - del rapporto tra Bplus e Alfonso Rossi Brigante, ex magistrato della Corte dei Conti nominato capo dell'Ufficio del controllore istituito dal Prefetto di Roma in seguito al protocollo di legalità che Bplus aveva firmato con il Prefetto e l’Amministrazione. Da allora la società è in mano a una “gestione temporanea e provvisoria” al cui vertice c’è il generale in congedo della Guardia di Finanza, Vincenzo Suppa, come commissario con pieni poteri (esclusa la possibilità di cessione del bene) sulla gestione ordinaria della società. (fine) LL/Agipro

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