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Attualità e Politica

20/11/2017 | 16:50

Giochi, Celotto (giurista): «L'accordo Governo-Regioni non è vincolante, l'incertezza moltiplicherà i ricorsi»

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celotto giochi governo ricorsi

ROMA - «Per disciplinare il settore dei giochi, lo Stato avrebbe dovuto fare una legge. L'intesa raggiunta dal Governo con gli enti locali in Conferenza Unificata è un atto di carattere soprattutto politico, e come tale, non è giuridicamente obbligatorio».
Nell'ambito delle sue molteplici attività (già capo di Gabinetto per alcuni ministeri, autore di libri, volto abituale in Rai, dal 2001 professore ordinario di diritto costituzionale nell'Università Roma Tre) il professor Alfonso Celotto non perde di vista il mondo dei giochi, seguendo alcune cause che interessano il settore e dirigendo corsi di formazione per esercenti. Chiara e netta la sua opinione sul latente contrasto che divide il Governo da Comuni e Regioni in materia di riduzione del gioco sul territorio: «Nell'interesse nazionale sarebbe meglio avere una normativa unica che stabilisca orari e distanze dei punti di gioco. Certo, gli enti locali hanno firmato un accordo e avrebbero il dovere politico di rispettarlo, ma ripeto: a livello giuridico non c'è niente di vincolante. Tutto il contrario di quanto dovrebbe avvenire: lo Stato, che si fa pagare una concessione, deve fornire regole certe al settore».  

Più moderato il piano governativo, più energica l'azione degli enti locali: il conflitto, è quanto dichiara il professore ad Agipronews, non può che alimentare la marea dei ricorsi. «Poniamo il caso di un esercente colpito da una normativa regionale: il mancato adeguamento di questa legge all'accordo Governo-enti locali può avere il suo peso in un eventuale ricorso al Tar. D'altra parte, questa è la storia degli ultimi anni: dal decreto Balduzzi in poi, il settore giochi è stato impegnato in una serie interminabile di ricorsi, disordinati e asistematici. Un caos nel quale solo di recente sembra essersi consolidato un orientamento che tende ad accogliere i ricorsi degli esercenti, intravedendo spesso nei regolamenti locali alcune lacune sul piano dell'istruttoria scientifica. Sostanzialmente, comunque, si è andati avanti a macchia di leopardo, con i singoli enti locali che sparano distanze e orari in maniera totalmente disordinata». 

Il parto dell'accordo in Conferenza Unificata è stato lungo e laborioso. Gli enti locali l'hanno sottoscritto solo in cambio di una clausola che permette loro di emanare provvedimenti più restrittivi rispetto a quanto prevede l'intesa. Al riguardo, Celotto è critico: «Così diventa una gara a chi fa il passo più lontano, un'asta al rialzo da parte degli enti locali». Magari un po' di chiarezza su diritti e doveri di Comuni e Regioni potrebbe arrivare dal Mef, che entro pochi giorni dovrebbe tradurre in un decreto i contenuti dell'intesa. La chiosa del professore non è priva di scetticismo: «Il decreto potrà dire qualcosa di più rispetto al testo dell'accordo, ma non fisserà mai orari e distanze in maniera vincolante. E l'incertezza continuerà a regnare»

MF/Agipro

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