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Attualità e Politica

16/03/2018 | 15:25

Enada Rimini, Sprovieri (DG Betaland): “Palinsesto all’inglese e tassazione spingono il mercato, Betaland scommette sul servizio al cliente”

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enada sprovieri betaland scommesse

ROMA - Betaland protagonista a Enada Rimini e nelle classifiche degli operatori di scommesse. Una crescita che sembra non avere fine: «Il punto di svolta per noi e per il mercato è rappresentato dal palinsesto complementare. Dobbiamo riconoscere ai Monopoli di Stato di aver accompagnato la crescita del settore, consentendoci di competere con le altre offerte internazionali, sia sul territorio che in rete», dichiara Michele Sprovieri, Direttore generale di Betaland, nel corso della manifestazione riminese.

Sprovieri, che peso ha avuto la modifica della tassazione nel cambio di marcia del mercato?

«Il cambio di tassazione è stato un passo fondamentale. La tassazione sulla raccolta era un principio sbagliato, è il profitto a identificare le performance di un operatore. Tassare anche quando il settore attraversava lunghi periodi negativi era paradossale. Il cambio della tassazione ci ha consentito di offrire quote competitive in linea con i top player internazionali. Abbiamo potuto offrire scommesse e manifestazioni molto più rischiose per il banco».

È in arrivo un nuovo regolamento per le scommesse con rilevanti novità quali l’errore palese, il cashout e l’asian handicap. Quale sarà l’elemento decisivo?

«Tutti i passi avanti sono fondamentali ma è l’intervento sull’errore palese a fare la differenza. Oggi c’è un sistema che consente agli speculatori di truffare i concessionari e lo Stato, perché se truffi me truffi lo Stato: il bookmaker avrà margini più bassi e verserà meno imposte. Oggi si è arrivati alla situazione che se un provider che fornisce servizi di quote agli operatori sbaglia una quota, i truffatori giocano su tutti i banchi e sono tutelati. Sicuramente l’implementazione del decreto è collegata al nuovo protocollo, per il quale ci vorranno purtroppo ancora diversi mesi». 

Il mercato sembra vivere momenti di criticità: nel retail per colpa del caos normativo regionale, mentre l’online non garantisce da tempo il successo atteso ai nuovi entrati

«Gli ultimi bandi avevano fatto pensare che bastasse ottenere una concessione per lavorare. Chi entra in Italia adesso può valutare meglio il costo del business, e dobbiamo riconoscere che mancano all’appello alcune realtà internazionali medio-grandi. Magari sono alle prese con un’incertezza sulla scelta da fare e alla fine preferiscono i paesi emergenti, in cui ci sono meno obblighi di compliance e meno concorrenza. Anche le esperienze di alcuni operatori online esteri molto conosciuti non sono molto positive. Spese di marketing molto alte e risultati non brillanti: non sorprende, visto che in Italia l’acquisizione di clienti è difficile e complicata. Il successo di Betaland è stato capire gli ostacoli, investendo meno denaro in marketing ma di più nella soddisfazione del cliente. Abbiamo lavorato tanto sul prodotto, sulle quote per le favorite ad esempio, e sulla tecnologia. È la scelta migliore, secondo noi, rispetto ad un’ora di esposizione del marchio attorno ai campi di calcio.  Prodotto e livello di servizio elevato per chi ha il conto aperto con Betaland, insomma, prima ancora di massicce campagne di marketing». NT/Agipro

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