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Attualità e Politica

22/03/2017 | 18:28

Giochi, Tar Campania: “Legittimi i limiti orari a Napoli, dal Comune indagine attenta su ludopatia”

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ROMA - I limiti orari stabiliti dal Comune di Napoli per le sale giochi si basano su dati fondati e sono dunque legittimi. Il Tar Campania conferma il suo ok al regolamento approvato a dicembre 2015 e le successive ordinanze del sindaco Luigi De Magistris che limitano gli orari di apertura dalle 9,00 alle 12,00 e dalle 18,00 alle 23,00. Infondate le censure presentate nel ricorso della società Hbg Arcades, per la quale la norma viola il principio di proporzionalità e sfocia nell’eccesso di potere: “L’amministrazione ha compiuto un’adeguata istruttoria, fondata anche su un’attenta indagine statistica precedente l’adozione del contestato Regolamento - si legge nella sentenza - In questo senso, le scelte operate dall’amministrazione comunale non appaiono affatto arbitrarie ma si fondano su ricerche e dati statistici che confermano la tesi – non certa in via assoluta ma pur sempre fornita di elementi plausibili - del collegamento riscontrabile tra l’aumento della diffusione sul territorio delle sale da gioco e l’incremento della tendenza alla ludopatia”.

Alla base dei limiti orari, ricorda il Collegio, c’è la delibera 993 del dicembre 2013, “non impugnata” nella quale “veniva posta la dovuta attenzione al fenomeno della ludopatia, con la previsione di istituire un’apposita consulta sulla dipendenza dal gioco”. Nel documento “l’amministrazione aveva illustrato precisi dati a supporto delle proprie determinazione: si chiariva infatti che la diffusione del gioco ha comportato in Campania una spesa attestatasi sugli 8,9 miliardi di euro nel 2011, calcolato nella città di Napoli sul numero totale degli utenti che, nell'anno 2012, ha fatto ricorso ai servizi sanitari della ASL Na I Centro. Di questi, il 91% è rappresentato da maschi, il 9% da femmine, mentre le fasce d'età più rappresentate sono quelle dai 35 anni ai 39 anni (pari al 20% del totale) e oltre i 65 anni (pari al 16% degli accessi totale)”.

Condivisibili, invece, i motivi di opposizione ai procedimenti di verifica e di controllo del numero e della tipologia di apparecchi da gioco. Procedimento che, così come in caso di sostituzione, “è demandato alla competenza esclusiva dello Stato”. Anche il divieto di pubblicità relativo all’apertura e all’esercizio delle sale è illegittimo. “Il Collegio è dell’avviso che le norme regolamentari non siano assistite da una copertura normativa”, si legge ancora: il decreto Balduzzi, a cui il testo comunale rimanda, “non contiene un divieto assoluto in materia di pubblicità e di attività promozionali connesse ai giochi leciti che prevedono vincite in denaro”.  LL/Agipro

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