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Attualità e Politica

17/10/2017 | 16:03

Giochi, Ughi (Obiettivo 2016): «Sui bandi lo Stato è recidivo, così prolifera il mercato transfrontaliero»

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ROMA - «Al momento non mi sembra che si stia arrivando a una gara o a una definizione del mercato. Finora l'alibi era stato  l'accordo Stato Regioni, arrivato dopo oltre un anno e che a mio avviso non doveva impedire la gara scommesse». Così Maurizio Ughi, amministratore unico di Obiettivo 2016, nel corso del convegno "Scommesse sportive: verso la nuova rete", a Enada Roma. La sua creatura era nata proprio nella prospettiva dei bandi di gara, che ancora latitano: «Per cambiare nome – ha commentato Ughi - aspetto di poterla chiamare "obiettivo raggiunto". Il mercato è fermo e presidiato dagli attuali concessionari, si ripropone lo scenario che ha consentito la proliferazione di un mercato transfrontaliero, che i tribunali non sono riusciti a mettere alla porta. Lo Stato è recidivo, pare si stia ragionando su una proroga di un anno per andare a bando nel 2019, a quel punto chi non può entrare nel mercato si adeguerà diversamente. Per chi opera in una proroga di fatto è una pacchia, si sta sul mercato senza dover fare investimenti». 

«Nella filiera esistono operatori che versano soldi per poter entrare e allacciarsi a un concessionario, il margine aumenta a danno di chi prova ad entrare - ha proseguito Ughi - Vorrei che la nuova gara mettesse fine a questa situazione che arricchisce solo i grandi concessionari, ma mette in sofferenza piccoli operatori e gestori. C'è gente che tira su la serranda al mattino sapendo che perderà soldi, la gara dovrà risolvere anche situazioni del genere». Quanto all'ipotesi di una nuova proroga, per Ughi «sarebbe illegittima e sarebbe impugnabile in sede comunitaria, si aprirebbe di nuovo spazio ai transfrontalieri. Si certificherebbe che lo Stato non è capace di regolare. Le possibilità sono due: o ai punti verrà consentito di aprire ovunque, con limiti regionali, o si metterà un tetto complessivo come previsto dalla Stabilitá 2016, ma anche in questo caso c'è il rischio di illegittimità in ambito comunitario».

PG/Agipro

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