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Attualità e Politica

18/07/2019 | 15:36

Lodi ippici il 3 ottobre in Cassazione: si chiude la partita da 204 milioni di euro tra concessionari, Mef e Mipaaft

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ROMA - Un appuntamento c’è già – il 3 ottobre in Cassazione – e potrebbe mettere la parola fine al lunghissimo contenzioso, lungo ben 17 anni, tra 350 società di scommesse (che rappresentano oltre 500 agenzie) e i ministeri dell’Economia e delle Politiche Agricole. Da piazza Cavour arriverà così – entro la fine dell’anno - la decisione finale sui “lodi” ippici, vale a dire le cause intentate dagli operatori di betting per le inadempienze dell’amministrazione. Una partita, anzi un vero e proprio jackpot, da 204 milioni complessivi: è la quantificazione del danno contenuta nei lodi (i principali sono quelli “Di Majo” e “Scotti”), attorno ai quali si è svolto nel corso degli anni un lungo conflitto legale, vinto in primo grado dagli operatori e in appello dai ministeri. I concessionari avevano constatato (e contestato) che l'amministrazione fosse stata inadempiente, negli anni successivi al 2000, su alcuni punti previsti dalle convenzioni: i controlli contro il gioco clandestino, l'attivazione di canali di gioco come le scommesse telefoniche e telematiche, il lancio di multiple a riferimento e scommesse a quota fissa. Dopo i primi due gradi di giudizio, e in particolare nelle ultime settimane, si sono susseguiti gli incontri tra le parti, ispirati dal nuovo Direttore Generale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, Benedetto Mineo, con l’obiettivo di trovare una soluzione ragionevole prima della scadenza del 3 ottobre. I lodi si erano conclusi con la decisione dei collegi arbitrali di riconoscere agli operatori la compensazione di una parte variabile (tra l'8 e il 18 per cento) delle quote di prelievo da versare all'amministrazione, che dal canto suo punta anche a chiudere la partita dei “minimi garantiti” ippici, altri 70 milioni di euro da anni incagliati in un fuoco incrociato di azioni legali. NT/Agipro

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