Attualità e Politica
19/09/2016 | 17:26
19/09/2016 | 17:26
ROMA - Il Governo di Malta non darà il via libera alla Convenzione contro il match fixing, almeno non fino a quando non sarà fatta chiarezza sulla definizione di gioco illegale e sulla doppia autorizzazione per gli operatori comunitari: è quanto ha spiegato in una intervista al “Malta Independent” Joseph Cuschieri, chairman dell’autorità di gioco maltese (Mga). L’Unione Europea vorrebbe ratificare la Convenzione come entità unica, chiedendo però la sottoscrizione di tutti gli Stati Membri, un progetto bloccato proprio da Malta. Secondo la definizione del Consiglio d’Europa, possono essere considerate scommesse illegali quelle effettuate con operatori “non autorizzati secondo le leggi dove risiede il consumatore”. Una definizione che secondo Cuschieri, potrebbe avere conseguenze dirette e devastanti sull’economia maltese, che dal gioco online ricava l’11% del suo prodotto interno lordo e impiega 8mila addetti. “E’ una definizione che di fatto renderebbe illegali tutti gli operatori che offrono i propri servizi negli Stati europei, tramite una licenza di gioco rilasciata dalla Malta Gaming Authority”, spiega Cuschieri.
Il Governo di Malta non darà il via libera alla Convenzione contro il match fixing, almeno non fino a quando non sarà fatta chiarezza sulla definizione di gioco illegale e sulla doppia autorizzazione per gli operatori comunitari: è quanto ha spiegato in una intervista al “Malta Independent” Joseph Cuschieri, chairman dell’autorità di gioco maltese (Mga). L’Unione Europea vorrebbe ratificare la Convenzione come entità unica, chiedendo però la sottoscrizione di tutti gli Stati Membri, un progetto bloccato proprio da Malta. Secondo la definizione del Consiglio d’Europa, possono essere considerate scommesse illegali quelle effettuate con operatori “non autorizzati secondo le leggi dove risiede il consumatore”. Una definizione che secondo Cuschieri, potrebbe avere conseguenze dirette e devastanti sull’economia maltese, che dal gioco online ricava l’11% del suo prodotto interno lordo e impiega 8mila addetti. “E’ una definizione che di fatto renderebbe illegali tutti gli operatori che offrono i propri servizi negli Stati europei, tramite una licenza di gioco rilasciata dalla Malta Gaming Authority”, spiega Cuschieri.
“Se l’Unione ratificasse questa definizione, automaticamente darebbe un ‘bollino d’approvazione’ a tutte le norme nazionali che impongono dei limiti ai servizi di gioco transfrontalieri - dice ancora il chairman della Mga - una definizione che consente agli Stati che la ratificano di prendere provvedimenti contro gli operatori ‘illegali’, ma che allo stesso tempo, sfortunatamente, non consente la ratifica a Malta di una Convenzione che, in generale, ha degli obiettivi legittimi in materia di contrasto alla manipolazione degli eventi sportivi. Malta ha partecipato alle negoziazioni per la stesura della Convenzione e ha presentato diverse proposte di modifica - conclude - ma purtroppo sono state ignorate”.
La mancata ratifica della convenzione contro il match fixing, approvata dal Consiglio d’Europa, è stata oggetto - giovedì scorso - di una lunga discussione alla seduta del Parlamento Europeo, in seduta a Strasburgo.
La Commissione Europea spinge perché la ratifica di tutti gli Stati Membri “arrivi il prima possibile - ha sottolineato Tibor Navracsics, Commissario Ue alla Cultura all’Educazione e allo Sport, rispondendo alle interrogazioni presentate in seduta. Navracsics ha ricordato che la Convenzione “attualmente è bloccata dall’impasse creato da un unico Paese. Le regole e i principi, però, sono stabiliti dai trattati, non sono a disposizione dei singoli Stati. Attualmente c’è un deplorevole stallo, vorremmo che la convenzione entri al più presto in vigore”. “Serve una svolta e il sostegno di tutti - ha detto ancora Navracsics - la convenzione è importante, ma dobbiamo continuare a vedere questo fenomeno da ogni prospettiva e a implementare il contrasto con il finanziamento a progetti che puntino a contrastare il match fixing e sensibilizzare l’opinione pubblica”. La convenzione, approvata dal Consiglio d’Europa aperta alla firma degli Stati Membri a settembre 2014, ha tra gli obiettivi prevenire, individuare e combattere le partite truccate e la manipolazione delle competizioni sportive. L’Ue ha invitato "i governi di tutta l’Europa ad adottare misure per evitare i conflitti di interesse tra gli operatori delle scommesse sportive e le organizzazioni sportive, nonché ad incoraggiare le autorità di regolamentazione delle scommesse sportive ad intensificare la lotta contro la frode e le scommesse illegali". La Convenzione, firmata anche dall’Italia ad aprile di quest’anno, prevede una collaborazione tra Stati per combattere il fenomeno delle frodi sportive, a severe misure di prevenzione e alla creazione di un sistema coordinato di sorveglianza e rilevamento di possibili partite truccate.
PG/Agipro
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