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Attualità e Politica

02/10/2015 | 11:41

Scommesse, Stanleybet a Obiettivo 2016: "Rete parallela generata dallo Stato"

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ROMA  - Il ricorso di Obiettivo 2016 al Consiglio di Stato è basato su "argomenti che appaiono del tutto infondati ma che, dati i sorprendenti errori della sentenza di primo grado del Tar, potrebbero rilanciare la posizione di Maurizio Ughi". Il bookmaker inglese Stanleybet commenta in una nota il nuovo capitolo nei tribunali amministrativi di Obiettivo 2016: la società si era rivolta a inizio anno al Tar Lazio per chiedere l’autorizzazione alla raccolta delle scommesse senza il rilascio della concessione. Una richiesta provocatoria avanzata per evidenziare la disparità di trattamento tra i bookmaker italiani e bookmaker esteri privi di concessione statale, a cui il Collegio ha risposto sottolineando come il Bando Monti del 2012 abbia superato questa problematica. Obiettivo 2016 proseguirà con l'appello in Consiglio di Stato, con un altro ricorso che verrà depositato a breve. Immutato l'intento provocatorio, a cui Stanleybet replica criticamente: "Lo Stato avrebbe dovuto farsi carico, secondo Obiettivo 2016, dell’impossibile sussistenza di una rete parallela a quella dei concessionari, ma non riflette che è lo Stato stesso che, cedendo ai grandi operatori, ha generato la rete parallela. Lo Stato ha sistematicamente escluso Stanley dal sistema in violazione del diritto dell’Unione, mentre avrebbe dovuto cercare il colloquio per concordare un rientro, che purtroppo ancora non c’è stato". La conseguenza, secondo la società inglese è che "il mancato rientro di Stanley ha generato, come sottoprodotto, una rete parallela di operatori che non hanno subito alcuna discriminazione e che sono privi di qualsiasi legittimazione, ma che hanno vittoriosamente sostenuto di essere state discriminati, facendosi schermo con le vittorie giuridiche che, a bene vedere, si riferivano solo a Stanley". Il bookmaker attende ora la nuova pronuncia della Corte di Giustizia europea sul bando scommesse del 2012, "che potrebbe riaprire i giochi, non necessariamente rafforzando l’Amministrazione". Per questo Stanley auspica "l’immediata ricerca di una soluzione, altrimenti il sistema collasserà proprio nel momento dei difficili appuntamenti, previsti per legge, di scadenza delle concessioni". LL/Agipro

 

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