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Attualità e Politica

18/01/2017 | 17:20

Gioco lecito, Astro: «In Italia approccio culturale sbagliato, serve un New Deal per il settore»

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ROMA – Gioco lecito: il costume e la cultura del nostro Paese possono permetterselo? È la provocazione lanciata dal Centro Studi Astro, che in una nota affronta il delicato rapporto tra giochi pubblici, media e società. Un esempio? «Se un marito massacra la moglie perpetrando l’ennesimo femminicidio a cui il Paese si sta abituando, l’attenzione mediatica si concentra sul fatto che dopo l’omicidio il colpevole si sia fermato 3 ore a giocare alle slot, e non sulla crescente disgregazione della percezione della donna che si afferma nella nostra società».

Quello delle slot è in effetti il fronte più caldo, sul quale si battono i fautori del proibizionismo. Ma la nota di Astro stigmatizza anche le argomentazioni anti-proibizioniste, perché fondate su un approccio non culturale, bensì meramente erariale, attento ai temi di «emersione tributaria e non di inquadramento del fenomeno in un percorso progressivo di responsabilizzazione delle masse a cui il gioco piace a prescindere dal fatto che sia lecito o illecito». Le AWP, in effetti, sono nate soprattutto per ragioni economiche, «al fine specifico di soppiantare il videopoker clandestino con “le slot di Stato”, visto che, nel 2000, gli apparecchi “anarchici” avevano già raggiunto il numero di 800.000, con un volume di affari stimato in 20 mila miliardi di lire, e un bacino di utenza di svariati milioni di persone». 

Sicuramente, spiega la nota, lo status quo non conviene più a nessuno: «L’industria è a rischio implosione se gli apparecchi da gioco possono lavorare 4-5 ore al giorno e se per installare un congegno lecito considerato “nuovo” devi posizionarlo in mezzo all’autostrada, perché solo lì non ci sono luoghi sensibili». E allora, conclude provocatoriamente Astro, tanto vale abolire del tutto il gioco: «Si creerebbe una grave danno alle finanze erariali, si chiuderebbe una industria da 150mila addetti, e 5000 imprese sane andrebbero in fallimento con un deterioramento di oltre 3 miliardi di esposizioni bancarie, ma almeno si potrebbe ripartire da zero», affrontando una fase di puro proibizionismo, seguita, come accadde negli Usa ai tempi Roosvelt, da un New Deal che consenta di pensare al gioco in maniera diversa.

RED/Agipro

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