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ROMA - La Coalition of Good Governance (CCG) ha definito la decisione dell’Assemblea Nazionale di riesaminare il contestato Nigeria Central Gaming Bill una “spinta di sfrenatezza, sconsideratezza e illegalità legislativa”, durante un recente incontro con la stampa. Già a luglio, come riporta Igb, la Federation of State Gaming Regulators of Nigeria (FSGRN) si era fortemente opposta all’approvazione del disegno di legge, che mira a porre sotto controllo federale tutti i giochi. La prima versione di questo regime di licenze risaliva al National Lottery Act del 2005, ma fu annullata dalla Corte Suprema nel novembre 2024.
In quella occasione, la Corte Suprema stabilì che la Legge nazionale sulla lotteria era nullo, affermando che a regolare le lotterie e i giochi dovessero essere le assemblee legislative statali, non il governo federale. Nonostante ciò, la Camera dei Rappresentanti ha spinto per l’approvazione di una nuova legge, il Nigeria Central Gaming Bill, che di fatto riprende gran parte della struttura del testo precedente.
La proposta ha suscitato forti critiche, poiché viene vista come una violazione diretta della decisione della Corte Suprema, massima autorità in materia di interpretazione delle leggi federali e della Costituzione.
Per chiarire il contenzioso tra le istituzioni, l’esperto di diritto del gioco e socio senior dello studio Allen & Marylebone, Obinna Akpuchukwu, ha definito l’iniziativa non solo “incostituzionale”, ma anche “infondata”. Akpuchukwu ha inoltre sottolineato che la Corte Suprema non ha mai distinto tra gioco terrestre e gioco online/remoto, quindi la precedente normativa copriva già entrambi gli ambiti. Secondo l’avvocato, l’unico modo per perseguire gli obiettivi dell’Assemblea Nazionale in modo legittimo sarebbe avviare un processo formale di modifica costituzionale: se l’Assemblea Nazionale ritiene necessario un organo di regolamentazione centrale per il gioco online o remoto, l’unica strada costituzionale sarebbe inserire il gioco online nella lista delle materie di competenza esclusiva attraverso un emendamento.
FP/Agipro
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