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Ippica & equitazione

23/02/2023 | 16:00

Equitazione, Fise: Emilia Romagna fucina di campioni, risultati di spicco per i giovani dell'Endurance

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Equitazione Fise: Emilia Romagna fucina di campioni

ROMA - Tra gli sport equestri, l’endurance rappresenta sicuramente un ‘caso’ abbastanza controverso. Nell’immaginario di chi non conosce la disciplina, è quello sport in cui si galoppa dall’alba al tramonto per distanze incredibili. In pratica una disciplina senza particolari tecnicismi evidenti. Eppure...È vero l’esatto contrario!

L’endurance è una disciplina estremamente tecnica. Nella quale neppure il più semplice aspetto di una qualsiasi delle andature del cavallo può essere preso alla leggera. Proviamo a fare un esempio... Se un maratoneta non amministra la propria condotta di gara fin nel minimo dettaglio, mai e poi mai potrà arrivare in buona condizione a tagliare il traguardo. Anzi, nella maggior parte dei casi, mai potrà arrivare al traguardo.

Lo stesso vale per l’endurance. Se un cavallo non è perfettamente amministrato fin dalle prime falcate dopo lo start, molto difficilmente potrà arrivare alla fine o anche solo a un cancello veterinario in condizione per poter proseguire nella sua gara.

E naturalmente la performance sportiva non è che la punta di un iceberg. Dietro c’è la lunga preparazione, la condizione, la cura dei dettagli, l’alimentazione, il lavoro... C’è un numero di official, veterinari, addetti ai cancelli, steward e giudici che lavorano nell’ombra per organizzazioni di gare che non sono mai banali.

Insomma, altro che disciplina in cui si sgaloppazza per chilometri. L’endurance, se ben fatto, ha pari dignità di qualsiasi altra disciplina equestre. E meriterebbe altrettanta visibilità.

Soprattutto in regioni come l’Emilia Romagna, che nella propria storia conta nomi di primissimo piano e una passione davvero sentita. Come per esempio Antonio Rosi, Collare d’Oro del Coni, Campione italiano nel 2001, argento nel Campionato del Mondo del 2002 a Jerez de la Frontera, bronzo nel Campionato d’Italia nello stesso anno. Oppure le sorelle Origgi, Diana e Angela, campionesse del mondo nel 2005 in Dubai.

E che rinnova la propria tradizione con il dipartimento Fise in regione capitanato da Carlo Alberto Sgargi, con il supporto tecnico della stessa Diana Origgi, e con risultati come quelli di Valentina Galli: doppio argento – individuale e a squadre - nel 2018 nel Campionato d’Europa Young Rider, terza nel ranking mondiale YR e ancora terza nel team azzurro al Campionato d’Europa YR.

Tanto per rimanere in tema di podi, ecco arrivare, freschi freschi, i risultati dello scorso fine settimana all’insegna dell’endurance al concorso internazionale di Arezzo con i primi posti di Aurora Sirtori (ASD Bosana) nel CEIYJ 2* 120 Km e di Diana Origgi nel CEI 1* 100 km e i secondi posti di Linda Iosa nel CEI 2* 120 km e Alice Gurieri nel CEIYJ 2* 120 Km.

Ma qual è la direzione verso cui procede l’endurance del Comitato Regionale Emilia Romagna? Quali gli obiettivi e i motivi di maggiore soddisfazione?

A risponderci è il responsabile Sgargi. «Tra i motivi di grandissima soddisfazione metterei sicuramente al primo posto i magnifici risultati che i nostri atleti ci portano regolarmente ‘a casa’ anche da contesti internazionali. Così come è per esempio accaduto in occasione delle recenti competizioni di Arezzo. Ciliegina sulla torta, si tratta poi di risultati che arrivano soprattutto dalle nuove leve, da cavalieri e amazzoni young rider che si sono formati in regione. A riprova di un sistema di istruzione, quello dell’Emilia Romagna, che funziona. Per quanto riguarda gli obiettivi futuri, il nostro focus rimane fisso e stabile sulla preparazione dei binomi e dei tecnici che poi lavorano nei circoli. Da loro parte e si sviluppa tutto il movimento dell’endurance che, vale la pena ricordarlo, può contare su cinque circoli in cui la disciplina è praticata con impegno. Stiamo preparando insieme al tecnico Diana Origgi un progetto un po’ diverso rispetto al passato, con un numero maggiore di gare nel nostro campionato regionale e stage presso i circoli, in luoghi diversi della regione per dare più possibilità e visibilità alla nostra disciplina. Le nostre gare sono lunghe e tutte in campagna. Per il pubblico è difficile seguire una delle nostre competizioni. Ma se solo si ha la possibilità di avvicinarsi all’endurance anche una volta sola è impossibile non rimanerne letteralmente stregati...».

RED/Agipro

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