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Ippica & equitazione

29/01/2016 | 12:46

Ippica, Tar Lazio: "Giusto il no del Mipaaf per il trotto a Varese"

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ROMA - La gestione di due ippodromi del trotto a breve distanza l'uno dall'altro non sarebbe sostenibile dal punto di vista economico. E' questa una delle motivazioni con cui il Tar Lazio ha respinto il ricorso della Società Varesina Incremento Corse Cavalli Spa, concessionaria dell'Ippodromo Bettole di Varese, contro il no Mipaaf sull'assegnazione di corse del trotto dopo la chiusura dell'attività a San Siro, nel 2013. La sezione Seconda Ter ha ritenuto fondata la decisione del Ministero, basata sulla riduzione degli stanziamenti del montepremi, che ha preferito assegnare ancora le corse di trotto a Milano. "Il Ministero ha spiegato esaurientemente le ragioni per cui, assodata l’impossibilità di consentire la compresenza di entrambi gli ippodromi, ha ritenuto preferibile la riattivazione dell’ippodromo di Milano - si legge nella sentenza - facendo riferimento alla sua tradizione ippica consolidata nelle corse di trotto, alle migliori caratteristiche tecniche dell’impianto e alla maggiore visibilità degli eventi ippici sulla piazza di Milano in coincidenza con l’Expo 2015". Posto questo, i giudici sottolineano "l’impossibilità di consentire la compresenza di entrambi gli ippodromi", proprio in virtù del calo di stanziamenti.

Non regge nemmeno la presunta violazione del principio di concorrenza: "L’attività di organizzazione delle corse è esercitata direttamente dal Ministero, e costituisce espressione di potestà organizzatoria da parte dello Stato, ovvero di una funzione squisitamente pubblica, che pertanto deve essere subordinata alle prevalenti esigenze pubbliche". E dunque, "deve ritenersi che la discrezionalità di cui l’amministrazione gode nell’organizzazione delle corse, e quindi nell’attribuzione ai vari ippodromi delle giornate di corsa, non possa comportare alcuna violazione dei principi comunitari della concorrenza  ma costituisca unicamente esercizio delle proprie potestà organizzatorie, giustificate in ragione della necessità di un coordinamento su scala nazionale che tenga conto da un lato degli introiti derivanti dalle scommesse e dall’altro dalle spese per il finanziamento pubblico degli ippodromi".
LL/Agipro

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