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Ultimo aggiornamento il 08/11/2025 alle ore 15:23

Attualità e Politica

08/11/2025 | 14:57

Conferenza Dipendenze 2025, Mortali (Iss): “Formare gli operatori del gioco e creare linee guida aggiornate anche per l’online”

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Conferenza Dipendenze 2025 Mortali (Iss): “Formare gli operatori del gioco e creare linee guida aggiornate anche per l’online”

ROMA - “ E' fondamentale la formazione dei professionisti sanitari, ma anche di tutta la popolazione adulta (famiglie, docenti ed educatori) e degli operatori di gioco d’azzardo, quindi agli esercizi, ai punti vendita, ai responsabili di sale bingo o sale giochi, perché loro stessi a volte sono in difficoltà". Lo ha dichiarato Claudia Mortali, primo ricercatore, Centro Nazionale Dipendenze e Doping, Istituto Superiore di Sanità, durante la Conferenza Nazionale Dipendenze 2025. "Il giocatore che ha un problema, infatti, spesso può esplicitare i suoi sintomi mentre gioca e questo può creare problemi anche agli operatori che, avendo prima la possibilità di saper riconoscere comportamenti problematici, possono e devono sapere come approcciarsi”. 

“Altra necessità - prosegue la dottoressa - è quella di avere linee d'azione e protocolli condivisi per tutte le fasi, dalla prevenzione alla presa in carico. Punti di riferimento per tutti, che erano stati creati con l’istituzione dell’Osservatorio, ma che adesso vanno aggiornati per il gioco online che è il luogo in cui, grazie anche ai nuovi sviluppi tecnologici, si trovano sempre più utenti".
“Le proposte che portiamo partono dal riconoscimento delle dipendenze come patologie che possono derivare da fragilità individuali ma anche sociali, da vari determinanti. Inoltre, come nel caso del gioco, l'oggetto di dipendenze proviene da comportamenti che possono anche essere sani, quindi la difficoltà sta nel capire quando un comportamento da sano diventa eccessivo e diventa patologico”.
“Un primo passo nel riconoscimento si è avuto con l’inserimento del gioco d’azzardo nel Lea (Livelli Essenziali di Assistenza), un'ottima possibilità di un cambiamento culturale e pratico. Già dal 2019 l'Oms ha riconosciuto il gaming disorder come malattia e pertanto ora è altrettanto necessario inserirlo nel Lea”.
“Necessario  - continua Mortali - anche prevedere più risorse per setting alternativi e target specifici dedicati per esempio ai giovani e ai minori, ma anche agli anziani o alle donne. E poi sicuramente vanno armonizzati i servizi, non solo sanitari ma anche sociali ed educativi. Per esempio, per quanto riguarda il gaming si dovrebbe sviluppare un protocollo condiviso tra tutti gli attori. O per quanto riguarda il gioco d'azzardo servirebbe una rete di supporto finanziario, perché il giocatore che ha una dipendenza arriva spesso ad avere anche problemi finanziari forti e quindi è necessario implementare servizi anti usura e servizi di supporto del recupero del debito".
"Noi abbiamo la fortuna in Italia di avere l'Agenzia delle dogane quindi partiamo da una buona base. Adm ci può aiutare perché hanno già messo dei limiti ai concessionari ma vanno rivisti, perché i giochi sono cambiati. Noi chiediamo che tutti i giochi online e virtuali abbiano le stesse regole del gioco fisico”, conclude Claudia Mortali.

FRP/Agipro

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