Attualità e Politica
24/09/2020 | 14:12
24/09/2020 | 14:12
BOLOGNA - «Le pronunce giurisprudenziali non omogenee e l’assenza di un progetto chiaro rendono il quadro di riferimento dell’industria dei giochi “confuso”, favorendo le “fughe in avanti” dei fautori di soluzioni proibizioniste. E’ ora di fare un salto di qualità, perché la sfida che ci aspetta richiede la creazione di una rappresentanza forte, flessibile, che accolga figure diverse e contributi nuovi; in una parola “integrata” e rivolta al soggetto “operatore di gioco”, al di là di differenziazioni ormai superate». È uno dei passaggi dell’intervento di Armando Iaccarino, presidente del Centro Studi As.tro, nel corso del Consiglio Direttivo dell’associazione. «È quindi interesse primario degli stakeholder del settore misurarsi con questa realtà, mettendo in campo la lucidità necessaria per confrontarsi direttamente con i cittadini e le loro rappresentanze sul destino del settore. Partendo da tre obiettivi: difesa del gioco legale da ogni forma di infiltrazione criminale, promozione di un gioco sostenibile e la garanzia di uno sviluppo sano del comparto, delle competenze aziendali e dell’occupazione». Di fronte, c’è la sfida principale per gli operatori, vale a dire il riassetto complessivo, che si lega al tema delle gare da indire in scadenza delle concessioni: «”L’Associazione, in questo scenario, deve conquistare quegli spazi di rappresentanza necessari per partecipare alla definizione delle scelte di fondo del sistema futuro. Il modello organizzativo deve definire con chiarezza status e ruoli degli operatori della filiera, un modello distributivo equo e razionale dovrà tutelare gli interessi dei giocatori e delle aziende. Il sistema è chiamato a favorire modelli di integrazione tra giochi e operatori per la costruzione di un settore industriale solido e trasparente, anche con caratteristiche di multicanalità, superando artificiose differenziazioni tra le diverse forme di offerta e cogliendo gli elementi di maggior sicurezza presenti in ciascuno dei canali distributivi». Infine, ha concluso Iaccarino, servirà un regime fiscale «sostenibile e stabile» nel tempo, che assicuri “la pianificazione delle attività e la remunerazione degli investimenti».
NT/Agipro
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