Attualità e Politica
28/03/2020 | 17:42
28/03/2020 | 17:42
ROMA - «Noi stiamo lavorando su più fronti, la nostra priorità è quella di completare la competizione sportiva della stagione 2019-2020, ma dobbiamo stare a attenti a non compromettere la stagione 2020-2021. Bisogna essere molto cauti nell'ipotizzare una serie di scenari». Lo ha detto il presidente della Figc, Gabriele Gravina, in una intervista all'Adnkronos, parlando delle tre ipotesi fatte dal presidente della Uefa Aleksander Ceferin per ricominciare a giocare. «Siamo in stretto contatto con la Uefa e con la Fifa, per quanto riguarda le rispettive competenze, e crediamo molto nel supporto che il massimo organismo europeo può in questo momento dare a tutte le Federazioni. Quando si affronta una progettualità di questo tipo non bisogna mai dimenticare che noi, per consentire di adempiere a tutte le società, una serie di oneri legati alle modalità di iscrizione, abbiamo dei tempi tecnici che, nel volerli comprimere al massimo, sono non meno di 20-30 giorni, tra domande, verifiche e controlli. Bisogna tener conto che se si dovesse andare oltre il mese di luglio, ci sarebbe ancora un altro mese che servirebbe per mettere a punto la macchina organizzativa e soprattutto il controllo sulle società», ha detto.
ROMA - «Ha ragione Sibilia noi dobbiamo stare attenti perché il mondo dilettantistico e quello del volontariato è il primo che, per evidenti ragioni, risentirà di questa grave emergenza e grave crisi. Il calcio soffre in questo momento perché sicuramente è una industria di ritorno. Al di là della sua autonomia e autosufficienza, è anche un mondo che vive del contributo dell'imprenditoria, visto che i proprietari delle società sono anche imprenditori», ha aggiunto il presidente della Figc. «La crisi sta colpendo due volte il mondo del calcio, come sistema economico ma anche tutta la parte del suo indotto e quella collegata a coloro che danno un loro contributo ed energie economiche e finanziarie».«Da alcune interlocuzioni abbiamo capito che erano pronti tutta una serie di emendamenti che abbiamo chiesto di poter inserire nel decreto legge, che dovrebbe andare in conversione a brevissimo, ma abbiamo capito che, in questo momento c'è una priorità che si sta dando, all'interno della conversione in legge, agli emendamenti previsti che riguarda l'emergenza e la tutela della salute e devo dire che noi immediatamente abbiamo frenato in questo senso, a dimostrazione che il calcio ha una spiccata sensibilità verso la tutela della salute e dell'emergenza», ha concluso Gravina. «Ci sarà un momento, che è quello di un nuovo decreto legge, dove noi chiederemo di poter essere inseriti alla pari di ogni altro settore economico del nostro paese, ma sottolineo, senza chiedere risorse aggiuntive».
RED/Agipro
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