Attualità e Politica
28/10/2020 | 17:50
28/10/2020 | 17:50
ROMA - «Sulle attività del settore giochi si doveva intervenire in maniera diversa, dando magari dei limiti orari, anche perchè le sale giochi, scommesse e bingo si erano già organizzate nel rispetto dei protocolli. Abbiamo depositato un'interrogazione per sapere quali sono le evidenze scientifiche che hanno portato alla chiusura di questo settore». Lo ha detto Mauro D'Attis, deputato di Forza Italia, nel corso della riunione su "Le ragioni del mondo delle imprese del gioco pubblico legale", commentando l'ultimo Dpcm che ha decretato la chiusura delle sale fino al 24 novembre. «Questo provvedimento sarà inefficace e inadeguato dal punto di vista della salute, non raggiunge lo scopo. E' assurdo il fatto che noi non siamo considerato come impresa. Siamo all'esasperazione e chiediamo al Governo e al Parlamento di non discriminarci come settore», ha aggiunto il vicepresidente di Agisco, Maurizio Ughi. Per quanto riguarda invece il Decreto Ristori, «servivano misure pratiche e immediate. Avremmo dovuto seguire l'esempio della Germania: non dare ristori o indennizzi, ma risarcimenti a seconda della grandezza delle imprese», ha spiegato il deputato Giorgio Mulè.
ROMA - «Anche quando c'è l'intenzione di includere le aziende del gioco nei provvedimenti, non vengono mai esplicitamente nominate», ha spiegato l'avvocato Massimo Piozzi di Astro. «Alcuni codici Ateco, come quelli delle imprese di gestione del gioco, sono rimasti fuori: abbiamo immediatamente inviato un'istanza al Governo per cercare di intervenire su questo aspetto che potrebbe creare dei danni enormi», ha concluso. «La riorganizzazione del gioco, comunque, è fondamentale, per limitare le iniziative delle regioni che stanno penalizzando il settore».
«Tra le urgenze da affrontare, oltre al riordino, ci sono anche degli interventi di tipo tecnico che potrebbero essere affrontati nella legge di bilancio, che hanno a che fare con i prodotti di gioco: nel bingo lo spostamento della percentuale del montepremi; per gli apparecchi da intrattenimento bisognerebbe intervenire con modalità alternative di controllo all'accesso delle sale, invece che con la tessera sanitaria», ha spiegato Emmanuele Cangianelli, consigliere di Acadi e di Egp. Nel prossimo futuro, «bisognerà azzerare la fiscalità sul settore dei giochi per potersi riprendere. Inoltre è necessario un intervento chiaro da parte del Governo per assicurare quelle attività che rischiano l'espulsione a causa dei provvedimenti regionali», ha concluso il presidente di Agisco, Francesco Ginestra. «Una sospensione delle imposte di almeno un anno» è sollecitata anche da Pasquale Chiacchio (Agsi).
MSC/Agipro
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