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Attualità e Politica

13/11/2024 | 18:06

Enada Workshop 2024, Pucci (pres. As.tro) sul riordino fisico: “E’ un ‘disordino’. La politica sceglierà in base alle convenienze”

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Enada Workshop 2024 Pucci (pres. As.tro) sul riordino fisico: “E’ un ‘disordino’. La politica sceglierà in base alle convenienze”

ROMA - “Dobbiamo aspettare la politica, sia sul fisico che sull’online. Non darei troppo peso alla politica, per la quale il gioco è solo un segmento fiscale dello Stato: sceglierà in base alle convenienze”. Lo ha detto Massimiliano Pucci, presidente di As.tro (associazione degli operatori del gioco lecito), in occasione di “Enada Workshop 2024”, evento organizzato da Sapar e Italian Exhibition Group. “Il riordino non va fatto perché è bello, va fatto bene. Fatto così non serve. E’ un disordino, non un riordino. E’ fondamentale che il settore si dia una nuova narrazione: si continua a parlare di rapporto con l’illegalità, quando invece siamo un settore fiscale fondamentale dello Stato”. “Noi – prosegue Pucci - dovremmo occuparci dei ragazzi e dei nostri figli, che dovrebbero conoscere cosa è giusto e legale”. “

Anche Emmanuele Cangianelli, Consigliere Delegato Fipe Confcommercio per i giochi pubblici e Presidente Egp-Fipe, ha commentato il rapporto con la politica: “Non si riesce ad arrivare a soluzioni stabili. Sono temi così importanti che il lavoro deve essere lasciato ai tecnici, altrimenti si rischia che alcuni tecnici possano parlare di scelte politiche. Così non ne usciremo mai. Mi auguro che ci sia un lavoro basato sui dati, per la tutela dei consumatori e dell’erario stesso”. Non si può fare un riordino a pezzi, come sta avvenendo con i punti vendita di ricarica del gioco online: serve più analisi dei dati scientifici e interscambio di pareri”.

 Poi il commento di Geronimo Cardia, presidente di Acadi: “Erano dieci anni che aspettavamo un riordino. E un riequilibrio fiscale. Invece se ne è fatto uno solo. Al tavolo tecnico sono presenti solo Mef, Adm e alcune rappresentanze delle Regioni. Serve equilibrio, non equilibrismo. Nello studio dell’Istituto Superiore di Sanità c’è una riga sull’efficacia del distanziometro? Un consumatore per giocare fa 200 metri, come 500, come 550. La misura non serve a nulla. Stesso discorso per le limitazioni orarie. Le politiche sanitarie impediscono allo Stato di fare le gare, minando il gettito erariale e il contrasto all’illegalità”.   

Infine, il commento di Domenico Distante, presidente di Sapar: “Non dobbiamo vergognarci di lavorare in questo settore. Siamo stanchi di essere considerati sporchi e cattivi. Abbiamo uno dei migliori settori in Europa sul piano dei controlli degli apparecchi fisici. Ma ormai nel dibattito si va incontro a prescindere verso un “no”. Quella su distanze e orari è diventata una battaglia di principio. E la filiera ne paga le conseguenze”.

GL/Agipro

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