Attualità e Politica
18/07/2017 | 11:28
18/07/2017 | 11:28
ROMA - «Il M5S piemontese si è recentemente lamentato nei confronti della Giunta Regionale per la mancata realizzazione del piano di prevenzione per il gioco patologico, denunciando gli effetti nocivi derivanti dalla situazione di abbandono dei Comuni. La Giunta non ha replicato formalmente» ma - segnala l'associazione dei gestori Astro in una nota - già dal prossimo 1° dicembre, per effetto della legge regionale del Piemonte, «non esisterà più alcun congegno da gioco lecito all’interno della rete generalista terrestre (bar, tabacchi, circoli privati, ed altre location commerciali) ubicata nelle aree urbane» e, a quella data, «mancheranno solo sei mesi alla totale smobilitazione delle location dedicate in cui sono alloggiati apparecchi da gioco lecito». Nel frattempo, i limiti orari adottati da diversi Comuni colpiranno ulteriormente la redditività delle aziende, insieme alla nuova fiscalità introdotta dalla recente manovra, che prevede un ulteriore aumento del prelievo: «da ciò deriverà un trend di graduale ma incessante scomparsa degli apparecchi leciti molto significativo», segnala Astro.
Un piano triennale per la prevenzione del gioco patologico «presuppone l’esistenza degli apparecchi stessi: la loro scomparsa già pianificata comporta la carenza di interesse per il piano. Ecco quindi che la Regione può risparmiarsi la fatica di elaborare un piano per prevenire la dipendenza da gioco, visto che l’unico prodotto che ritiene dannoso è destinato a scomparire da sé, mentre per i restanti prodotti leciti e per le offerte non autorizzate di gioco e scommesse non riscontra problemi», denuncia Astro. «Considerando che la scomparsa degli apparecchi leciti comporterà anche l'emersione di circa 3.000 disoccupati piemontesi, la Regione potrebbe pensare a un piano di gestione» per l'occupazione, per la «contrazione di gettito di tributi locali derivanti dalla chiusura delle attività che sopravvivono grazie agli apparecchi da gioco lecito» e per le «sofferenze bancarie che si andranno a deteriorare per via delle attività e delle persone che non potranno più far fronte alle esposizioni contratte per l’avviamento commerciale che la Regione ha azzerato». Astro auspica quindi che, quanto prima, «le istituzioni regionali comprendano l’inesistenza del cosiddetto costo zero della lotta agli apparecchi leciti, ma soprattutto la maggior incisività del costo sociale del 'licenziamento collettivo' delle slot, rispetto a quello del disagio provocato dal gioco legale (che peraltro sarà sostituito da quello illegale)». RED/Agipro
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