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Attualità e Politica

08/06/2023 | 16:30

Operazione "Easy slot": l'azione di Guardia di finanza e Adm a tutela della correttezza del gioco

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Operazione Easy slot Guardia finanza Adm gioco

ROMA - Tutela della correttezza del gioco. È questo il principio che ha mosso l'operazione "Easy slot", coordinata dalla Procura di Ancona e condotta ieri dalla Guardia di Finanza di Pesaro, in collaborazione con il personale della Direzione Giochi e dell’Ufficio Controlli dell’Adm, che ha portato a tre ordinanze di custodia cautelare, una in carcere e due agli arresti domiciliari. L'indagine aveva preso spunto da alcuni servizi del programma tv "Le Iene". Secondo fonti dell'industria interpellate da Agipronews, l'intervento si è reso necessario per evitare che ulteriori reati fossero compiuti e che la banda potesse continuare a ottenere vincite a scapito degli altri giocatori. Il meccanismo criminale danneggiava infatti i consumatori, non gli operatori né l'Erario, a cui non venivano sottratti ricavi e gettito. Chi è stato coinvolto nell'indagine (almeno 7 concessionari slot hanno contribuito al blitz delle forze dell'ordine) ha però maturato l'idea che fosse necessario incrementare ancora il livello di sicurezza sui dati sensibili delle giocate: dall’inchiesta emerge infatti che la banda disponeva di un sistema illegale in grado di comprendere quando le macchine stavano per erogare vincite. Un tema che era già stato oggetto di un confronto tra operatori e regolatore negli anni passati e che, dopo "Easy slot", torna di attualità. Nel corso dell'operazione, gli ufficiali hanno proceduto al sequestro di beni immobili, mobili registrati, conti correnti e conti gioco per un totale di circa 1,2 milioni di euro. L’indagine era scattata nel mese di febbraio 2022, e aveva consentito di individuare, presso un’abitazione in Provincia di Pesaro-Urbino, un vero e proprio laboratorio informatico dal quale un uomo di 36 anni controllava le vincite delle slot machine in tutta Italia, attraverso password illecitamente acquisite. L’uomo, attraverso le suddette password, accedeva al portale delle più importanti società concessionarie che forniscono macchinette da gioco ai vari locali dislocati in molte parti del territorio nazionale e, riuscendo a conoscere il “fine ciclo” dei vari apparecchi (cioè il momento in cui ci sarebbe stata una vincita), direttamente o ad opera di altri soggetti alle sue “dipendenze”, si recava sul posto ed utilizzava le slot machine come veri e propri bancomat.

NT/Agipro

Foto Credits Dickelbers CC BY-SA 4.0

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