Attualità e Politica
06/11/2025 | 12:10
06/11/2025 | 12:10
ROMA - “L'indagine è partita da un’analisi costante dei flussi di gioco: alcuni apparecchi mostravano volumi ‘a denti di squalo’, con andamenti anomali alto-basso. Dopo aver riscontrato questa irregolarità su più dispositivi, abbiamo circoscritto l’area e verificato se la registrazione avvenisse per ogni giocata. In coordinamento con la Procura di Cosenza, sono stati effettuati controlli in circa cinquanta comuni della provincia. Il meccanismo bypassava la contabilità delle giocate ed è ipotizzabile che non fosse rispettato nemmeno il pay-out garantito ai giocatori”. Lo ha detto Luca Turchi, direttore Ufficio controlli dell'Agenzia delle Dogane e monopoli, durante la conferenza stampa - presso la Procura di Cosenza - in cui è stata illustrata l'operazione che ha portato al sequestro di 12 milioni di euro ai danni di un imprenditore slot. “Gli apparecchi presentavano alterazioni che sottraevano importi rilevanti alla rete nazionale. All’interno vi era una scheda clonata che impediva la corretta registrazione delle giocate. È stata fondamentale la collaborazione dell’Ufficio controlli dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, diretto da Luca Turchi, e dell’Arma dei Carabinieri”, ha aggiunto il procuratore di Cosenza, Vincenzo Capomolla. La misura è stata disposta dal GIP di Cosenza su richiesta della Procura. Il provvedimento riguarda una società con sede in provincia di Cosenza, operante nella gestione di oltre trecento macchine slot, il cui legale rappresentante è indagato per peculato in relazione alle somme del prelievo unico erariale (PREU) non versate all’Erario.
Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Cosenza e condotte dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli con l’ausilio dei Carabinieri, hanno permesso di accertare manomissioni su numerosi apparecchi elettronici. All’interno di essi era installata una scheda clonata che intercettava parte delle giocate, impedendo la corretta registrazione sulla rete nazionale e consentendo così l’appropriazione del PREU dovuto allo Stato.
Capomolla ha inoltre ricordato che l’attività, riferita al periodo 2022-2025, è particolarmente importante per “garantire vigilanza e controllo in un settore in cui la dipendenza è particolarmente avvertita”. Ha infine precisato che “in questa fase l’indagato è uno solo”, gestore della società.
Nel corso delle operazioni sono stati sequestrati 145 apparecchi e 81 mila euro in contanti. L’imponibile evaso ammonterebbe a circa 50 milioni di euro, con un PREU non versato di oltre 12 milioni. Il procedimento è attualmente nella fase delle indagini preliminari.
RED/Agipro
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