Attualità e Politica
27/11/2024 | 19:40
27/11/2024 | 19:40
ROMA - “Mi permetto di richiamare quattro linee direttive per il contrasto al gioco illegale: trasparenza, tecnologia, interazione e regole. Per trasparenza intendo riconoscibilità: va riconsiderato il regolamento su pubblicità e informazione. Per interazione intendo il coinvolgimento degli operatori, creando indicatori di rischio insieme a loro, che conoscono nel dettaglio le dinamiche sul tema”. Sono le parole di Armando Iaccarino, Presidente Centro Studi As.tro, rilasciate durante l’evento “Giocare da grandi. Gioco pubblico e altre forme di intrattenimento”, promosso da Swg in collaborazione con Igt e Formiche come nuovo appuntamento con l'Osservatorio sul gioco pubblico, che dal 2020 approfondisce in chiave empirica i principali aspetti del settore attraverso un confronto tra rappresentanti istituzionali, esperti e addetti ai lavori.
“I numeri negli ultimi anni dimostrano che la riduzione del gioco legale provoca lo spostamento su quello illegale. Il mercato del gioco – prosegue Iaccarino - sta crescendo ed è alto l’indice di sostituzione, che si rivolge verso altre tipologie legali o verso il mercato illegale. Isolando i luoghi del gioco, si lasciano praterie al gioco illegale. Si confondono spesso due temi: il contrasto alle patologie e quello all’illegalità. Sono due strade parallele da perseguire ma va tenuto presente – senza sminuire il tema patologie – che per i “giocatori problematici” parliamo dell’8% dei giocatori, per l’illegalità parliamo di 20 miliardi di euro”.
Anche Emmanuele Cangianelli, Presidente Egp-Fipe, ha partecipato all’evento: “La tecnologia, che è ancora minima in termini di supporto alla prevenzione, è lo spazio con maggiori opportunità di miglioramento per aiutare chi gestisce i punti vendita. Mi colpisce sempre un dato, ormai stabile: l’8-10% delle persone che giocano sono il target di tutte le misure per la prevenzione delle dipendenze. Spesso però non approfondisce la questione e si propongono soluzione spicce. Distanziometro e limiti orari sono da tempo misure che non funzionano” ha concluso Cangianelli.
GL/Agipro
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