Sala scommesse chiusa a Silandro (BZ), Consiglio di Stato: “Troppo vicina a luoghi sensibili, spostare l'attività in un'altra area”

ROMA - Sale giochi e scommesse non possono essere collocate in aree troppo vicine a scuole, chiese, ospedali, centri assistenza o altri luoghi ritenuti sensibili. E' quanto ha stabilito il Consiglio di Stato in una sentenza in cui respinge l’appello del titolare di una sala scommesse di Silandro, in provincia di Bolzano. La causa fa riferimento al ricorso presentato dall’esercente contro la Provincia Autonoma di Bolzano per l’annullamento del provvedimento che revocava l’autorizzazione, rilasciata nel 2014, alla gestione di una sala scommesse, motivato dalla violazione delle distanze minime dai “luoghi sensibili”, come previsto dalla legge provinciale.

Dopo la sentenza di primo grado dell’8 marzo 2023, nella quale il Tar di Bolzano aveva respinto già il ricorso, il titolare dell’esercizio si è opposto adducendo come motivi dell’appello, innanzitutto, l’incostituzionalità della normativa provinciale per violazione della libertà d’impresa (art. 41 Cost.) e del principio di uguaglianza (art. 3 Cost.), a cui si aggiunge un effetto espulsivo illegittimo derivato dalla norma che - a detta del ricorrente - impedirebbe qualunque attività lecita di gioco nel Comune di Silandro, ed infine, un’assenza di coordinamento tra normativa provinciale e quella statale.
A tal proposito, il Consiglio di Stato ha disposto una verifica tecnica per accertare se la legge provinciale avesse effettivamente un effetto espulsivo dell’attività nel Comune di Silandro e nei comuni vicini. Come organismo di verifica è stato nominato il Direttore del Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali dell’Università degli Studi di Padova. 

La verifica è stata condotta sul mercato, sull’urbanistica e sull’effettiva distanza dai luoghi sensibili ed è emerso che l’attività gestita dall’appellante è l’unica presente nel territorio e si trova quindi in posizione di monopolio locale (con un fatturato stimato di oltre 3,5 milioni di euro, alla luce dei dati dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli). Constatato, inoltre, che l’esercizio si trova in un’area vietata perché troppo vicina a diversi luoghi sensibili. Tuttavia, dalla verifica è stato accertato anche che nel territorio comunale  - come si evince dal Piano Urbanistico Comunale (PUC), che tiene in considerazione anche i Comuni di Laces e Lasa, collocati entro 5 km dal Comune di Silandro - si trovano aree alternative conformi nelle quali la sala scommesse potrebbe essere ricollocata, senza ricorrere dunque all’effetto espulsivo. 

Il Consiglio di Stato, dunque, respinge il ricorso ritenendolo infondato, prendendo atto della verifica dettagliata e considerando anche la sentenza del 2019 della Corte Costituzionale, nella quale si chiarisce che per finalità socio-sanitarie (tutela della salute) quasi tutte le Regioni hanno adottato disposizioni tese a individuare luoghi sensibili (scuole, ospedali, chiese, centri di assistenza…), prevedendo distanze minime dagli stessi, oscillanti fra i 300 e i 500 metri, per la collocazione di sale da gioco. Pertanto il Collegio precisa che la relazione tecnica ha dimostrato che non c’è un effetto espulsivo totale, poiché vi sono soluzioni alternative per mantenere l’attività entro i limiti legali e che la legge provinciale è stata ritenuta non incostituzionale nella sua applicazione al caso specifico.

FRP/Agipro